Il MystFest 2023 celebra i 50 anni del Premio Gran Giallo città di Cattolica e, per una ricorrenza così speciale, tra i tanti omaggi dedicati a scrittori, registi, editori, la direzione del festival ha voluto rendere protagonisti di questa edizione due importanti artisti legati alla città come Samuele Bersani e Marco Morosini.
Il cantautore, nato e cresciuto a Cattolica, dove per qualche estate ha fatto anche il volontario per il MystFest, riceverà nella serata di sabato il Premio Andrea G. Pinketts; il secondo, artista, designer, fotografo, cattolichino d’adozione, è il protagonista di una personale dedicata ai suoi 25 anni di ricerca e creatività.
La mostra di Marco Morosini dal titolo uominiuomini, inaugura lunedì 26 giugno alle 18 negli spazi del Museo della Regina e della Galleria Santa Croce, oltre cinquanta opere appartenenti al ciclo pittorico e scultoreo uominiuomini e una selezione del ciclo Stones, in dialogo con i beni e i reperti archeologici e della storia marinara della città.
Morosini, uno degli artisti più interessanti della scena contemporanea, porta a Cattolica, con un progetto a cura di Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi, una selezione di opere la maggior parte delle quali inedite e mai esposte. I suoi iconici uomini stilizzati e ritratti di profilo, mentre camminano tutti in una direzione, con la mano in tasca e si stagliano in ambienti minimali o dialogano con oggetti e forme, accoglieranno il pubblico come “un affresco di un’umanità intesa e raffigurata nel suo essere, inevitabilmente, al centro del mistero della vita, dei suoi ingranaggi e intrighi affascinanti come un giallo ancora da scrivere, e che mai troverà soluzione”. Così scrive Ilaria Bignotti nel saggio pubblicato sul catalogo edito per l’occasione dalla Galleria Zamagni Arte di Rimini che rappresenta l’artista e sostiene l’iniziativa.
La mostra, che festeggia i 25 anni di ricerca artistica di Morosini, noto anche come designer e fotografo a livello nazionale, è così una occasione affascinante per osservare gli ultimi approdi ai quali è giunta la sua produzione che da qualche tempo utilizza la tecnica degli stickers applicati su tele preparate e dipinte con differenti materiali.
L’esposizione si sviluppa nei due ambienti museali, alla Galleria Santa Croce che racchiuderà una carrellata di opere a parete e un’installazione luminosa, e negli spazi del Museo della Regina: qui, l’artista mette in dialogo le sculture del ciclo uominiuomini e della serie Stones con i reperti e i beni museali, così da provocare interessanti contaminazioni che valorizzano tanto l’antico, quanto la contemporaneità.
Un dialogo che l’artista intesse non solo con la storia, ma anche con noi, come precisa nel saggio in catalogo la curatrice: “pur nel rigore della composizione, nella riduzione cromatica delle immagini, nella elaborazione esatta e perfetta con le quali Morosini costruisce le sue opere, è sempre presente un approccio fenomenologico, un tentativo di interpretare l’accadimento dell’uomo nel suo singolo e unico esistere. Un accadimento che sentiamo appartenerci e diversamente leggiamo come nostro. Per questo, il colore, le poche forme geometriche solide e piane, i campi e le campiture delle opere di Morosini, le sue silhouettes di uominiuomini, contestano ogni idea aprioristicamente data, ogni rigorosa direzione, e continuano, vivi, a brulicare come accadimenti possibili davanti ai nostri occhi: colmi di quel mistero che è la vita, e che l’opera, quando lo sa cogliere, ne diventa medium trascendentale”.