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Cronaca 13:09 | 20/05/2020 - Rimini

La riapertura dei centri estivi fissata per il 22 giugno

22 giugno, questa è la data individuata dal Comune di Rimini per la riapertura dei centri estivi, con alcune importanti novità, vediamo quali.

Criteri di accesso Sono stati definiti ieri nel corso della Giunta comunale che ha scelto di riservare punteggi più alti ai lavoratori Covid e agli stagionali, o coloro che hanno perso il lavoro, a coloro dunque più coinvolti e colpiti dall’emergenza sanitaria. Si tratta del riconoscimento di un punteggio aggiuntivo alle professioni particolarmente impegnate nel periodo di emergenza COVID19 (professioni sanitarie, sociosanitarie, personale appartenenti alle forze dell’ordine. in servizio, personale addetto alla pulizia degli ospedali e dei servizi residenziali per anziani e disabili). Insieme a questi vengono confermati punteggi aggiuntivi per favorire l’accesso a quei bambini che siano affetti da gravi disabilità o che siano inseriti in nuclei familiari che non sono in grado di provvedere in maniera autosufficiente alla loro cura. Altre casistiche a cui è riservata particolare attenzione a livello di punteggio sono i fratelli (con ulteriore vantaggio nel caso si tratti di gemelli) e situazioni famigliari di particolare fragilità. Si tratta di criteri frutto anche del confronto fra i Comuni del Distretto di Rimini nord, con i quali si sono concordati criteri condivisi per l’accesso ai Centri Estivi organizzati dai Comuni a titolarità pubblica.

Le altre novità Quelli 2020 saranno necessariamente centri estivi che dovranno garantire il necessario equilibrio tra le esigenze di servizio e quelle di sicurezza e sanitarie. Questo significa sanificazioni, ambienti più ampi, maggiore utilizzo degli spazi esterni, gruppi più piccoli, formazione per la sicurezza. A titolo di esempio, se fino l’anno scorso per la fascia di età 3-6 anni, poteva esserci un educatore ogni 20 bimbi, quest’anno il rapporto scende ad un educatore ogni 5 bimbi. Stesso discorso per la fascia 6/11 anni, dove il rapporto che era di un educatore ogni 20 diventa 1 ogni 7. Differenze che rendono l’idea del lavoro che si dovrà fare per garantire un diverso utilizzo degli educatori non solo a livello numerico, ma anche qualitativo, con attività che saranno ricalibrate anche a livello didattico.

Raddoppio delle strutture L’adeguamento alle nuove normative implica anche la necessità di maggiori spazi se si vogliono garantire numeri simili a quelli degli altri anni.