La mostra “La Vita Dolce” avrebbe già fatto parlare di sé per il contenuto dell’esposizione – 100 fotografie in bianco e nero di Gianni Donati e Pio Sbrighi, di una Rimini che solo i riminesi conoscono; una Rimini intima, nascosta, silenziosa, fuori stagione. Avrebbe fatto parlare di sé come un evento culturale che ha un legame con il territorio autentico e saldo, perché evento identitario, perché evento ideato, confezionato, impiantato con le radici nel cuore della città in cui prende vita. Avrebbe fatto parlare di sé perché nella bulimia di allestimenti, mostre e musei di ogni genere, un progetto che comunica davvero al pubblico, che lo emoziona e lo ‘educa’ brilla, quando chi lo recepisce si sente arricchito e sente il bisogno di condividerlo. C’è un motivo su tutti, però, per cui la mostra “La Vita Dolce” fa parlare di sé, ed è una delle ragioni per cui questa si classifica un preziosissimo unicum da proteggere e valorizzare: perché non ci sono muri allo spazio espositivo, perché poggia sulla sabbia, perché a un passo dalle foto c’è il mare.
I due chilometri di esposizione fotografica, tra il bagno 47 e il bagno 100, contengono una moltitudine di sfaccettature della città e di chi la abita; la sequenza di scatti sembra essere la sequela di significati che nell’enciclopedia potrebbero spiegare la voce “Rimini”; le scelte del curatore paiono rassicurare chi segue il percorso: nelle fotografie selezionate c’è spazio per tutti, per ritrovarsi. C’è spazio per tutte le Rimini conosciute e non, da quella di De André in cui Teresa ha perso l’amore d’estate a quella di ‘Abbronzatissimi’ degli anni ’90, scossa dalla musica dance e dalla gioventù in cerca di divertimento.
Sul retro di ogni foto, un breve commento poetico, nato dalle immagini stesse e scritto da Marco Missiroli e Gianni Donati. A custodire la mostra, i suoi fautori - emblematici personaggi che hanno fatto della creatività imprenditoria, conoscitori di ogni granello di sabbia e voci che tramandano storie e tradizioni: i bagnini. “La Vita Dolce” è stata realizzata dalla Cooperativa Operatori di Spiaggia con l’intento di omaggiare la città con un’apertura culturale decisa, al passo coi tempi di cambiamento che la categoria e Rimini stessa stanno vivendo. Non poteva essere altrimenti, dopotutto, giacché sono i bagnini a rappresentare un modo di essere e di fare talmente identitario ed eloquente da conquistarsi la reputazione di ineguagliabili ospiti, marchio di fabbrica del turismo riminese.
“La Vita Dolce” rimarrà allestita dal 1° luglio fino al 31 agosto, sulla riva dei bagni 47-100 di Rimini Sud. A cura di Gianni Donati e Pio Sbrighi.