Si cerca di giocare d'anticipo. Ma la cosa non è semplice. Questo vogliono fare le sigle confederali di Cgil Rimini e Cisl Romagna sulla questione del servizio pubblico di salvamento. Chiedendo alla Provincia di Rimini e ai Comuni costieri di "avviare subito un confronto per il ripensamento strutturale" della sua organizzazione. Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl Romagna, mentre è ripreso il dibattito sui canoni demaniali dopo l'annunciato aumento da parte del ministero delle Infrastrutture, segnalano dunque "l'esigenza di un ripensamento strutturale del servizio pubblico essenziale di salvataggio". Se il 2022 ha visto una lunga stagione balneare, che ha consentito quasi ovunque il prolungamento, il 2023 deve essere l'anno dell'omogeneizzazione del servizio e del consolidamento delle migliori prassi. Fin qui si è ottenuto "un primo importante risultato" con il prolungamento fino alla terza settimana di settembre. Solo a Bellaria-Igea Marina il servizio di salvataggio è infatti cessato l'11 settembre, con "la scusante" da parte del Comune di eventi turistici attrattivi assenti e di conseguenza di pochi turisti. Ora, ribadiscono i sindacati, servono "da subito le azioni necessarie per progettare una stagione balneare che coinvolga Istituzioni, operatori economici, associazioni di impresa e organizzazioni sindacali, per garantire qualità dell'offerta turistica e maggiore e migliore occupazione". Da oltre 10 anni, ricordano, le associazioni datoriali si sottraggono al rinnovo del contratto integrativo provinciale dei marinai di salvataggio e "non è più accettabile". Perciò nelle prossime settimane verrà riavviata l'iniziativa sindacale su questo tema.
Cronaca
12:54 - Romagna