Lei ha avuto il coraggio, eccezionale, di affrontarlo. Ha lottato, è rimasta ferita, ha costretto il suo aggressore armato di un coccio di vetro a scappare. La forza della disperazione l’ha salvata da quello che sarebbe stato uno stupro consumato in pieno giorno sotto il ponte di via Coletti sull’argine del Marecchia. Ha visto in faccia quel balordo che voleva approfittare di lei e, seppur sotto choc, ha poi saputo fornire agli investigatori della Squadra Mobile una descrizione del bruto che voleva violentarla. Un giovane, con la pelle scura, uno dei tanti che da quelle parti vivacchiano come sbandati, arrivati chissà da dove.
Un episodio gravissimo che fa male ad una Rimini impegnata a reagire dopo la battaglia con il virus. Ci auguriamo che questo delinquente venga preso e assicurato alla giustizia dietro le sbarre di una cella ai Casetti. Non ci può essere pietà né reinserimento sociale per chi aggredisce a scopo di stupro una ragazza di 28 anni e che sia andata così non ci sono dubbi almeno stando alla testimonianza resa dalla vittima.