Alle 20:30 di ieri sera una Volante della Questura di Rimini è giunta in Via Coronelli per la richiesta di un intervento da parte di una donna che asseriva di aver subito un’aggressione da parte del suo convivente. Gli agenti trovavano la donna sul pianerottolo delle scale esterne dell’abitazione, visibilmente scossa, in lacrime e con un vistoso tremolio. Si trattava di una 46enne ucraina, che li invitava a d entrare in casa. Una volta dentro i poliziotti venivano raggiunti da J.A., 41enne di origine macedone, che, in evidente stato di alterazione psicofisica, iniziava ad inveire sia contro la donna che nei confronti degli operatori. Appena la donna iapriva bocca, l’uomo, nuovamente aggressivo, sferrava dei pugni sul mobilio della casa minacciando lei e gli agenti. Vista la situazione concitata e la pericolosità del soggetto, giungevano in ausilio altre 2 volanti. Alcuni degli operatori li presenti provvedevano ad allontanare l’uomo dalla compagna. Una volta al sicuro, la donna iniziava a raccontare alcune disavventure che caratterizzavano il suo rapporto sentimentale con il J.A., con il quale era fidanzata da circa tre anni, conviventi da due e solo da alcuni giorni residenti nell’appartamento di Via Coronelli. La donna precisava che sin dall’inizio della loro relazione lui si mostrava irascibile, aggressivo e violento, con un’elevata possessività e controllo sulla sua persona. Denunciava di aver subito da sempre delle percosse, ma di non aver mai sporto denuncia per motivi di vergogna, nell’ultimo periodo però le minacce di morte e gli episodi violenti si erano intensificati fino a diventare una consuetudine. La vittima riferiva inoltre che le minacce di morte venivano subite sempre con l’uso di un coltello. Ieri, oltre alle percosse, è stata minacciata con due coltelli da cucina trovati sul tavolo del soggiorno. Durante l’identificazione, gli agenti accertavano che la donna era sprovvista dei suoi documenti d’identità in quanto gli erano stati sottratti precedentemente dal compagno e riposti all’interno di un mobile presente nel soggiorno chiuso a chiave. Il mobile veniva aperto alla presenza degli operanti dall’uomo che poi estraeva la borsa da donna contenente i documenti della stessa. La denunciante asseriva di non essere mai stata in grado di abbandonare il suo appartamento per paura di una sua ritorsione e per la sua incolumità. In considerazione dei fatti esposti, delle gravi minacce anche di morte, del maltrattamento continuato nel tempo, dell’aggressività e della pericolosità dell’uomo, dai colpi inferti con la tecnica da boxeur (attività sportiva praticata dal J.A.), quest’ultimo veniva tratto in arresto per maltrattamenti in famiglia aggravati, minacce gravi aggravate, resistenza e violenza a Pubblico ufficiale. L’arrestato è stato tradotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’A.G..