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Cronaca 11:17 | 06/05/2021 - Rimini

Marecchiese tornata imbuto di auto e camion: Comitato e AOVAM preoccupati

L’allentamento delle misure sulla mobilità, col passaggio alla zona gialla, ha ovviamente aumentato il traffico sulle strade e la Marecchiese è tornata ad essere quell’imbuto di auto e camion su cui il Comitato Valmarecchia Futura da mesi interviene, stimolando le Amministrazioni ad abbreviare i tempi di intervento per risolvere le tante zone critiche. A breve saranno trascorsi tre mesi dalla firma di un protocollo su mobilità e viabilità che sanciva l’avvio di un percorso nel quale tutti i sindaci della Valmarecchia e la Provincia di Rimini si impegnavano sostanzialmente a realizzare progetti entro un anno e ad avviare i lavori entro un triennio. Pochissimo s’è mosso, un paio di incontri e un altro annunciato con Anas verso fine mese. Il tempo passa, quindi, ma il Comitato non resta fermo. Cresce il numero di persone interessate al tema e sono in cantiere - Covid permettendo - incontri con gli oltre 1200 follower nel frattempo avvicinatisi sui social e le oltre 50 le imprese che si sono aggregate al Comitato.

“Presto agiremo concretamente con iniziative pubbliche che riaccenderanno i fari su un problema che rischia di nuovo di incastrarsi fra burocrazie e campagne elettorali”. Nel frattempo si è aperto un fronte, già percepito ma divenuto concreto, con la difficoltà crescente per gli spostamenti dei mezzi che trasportano persone con patologie e ambulanze. La Croce Verde è già aderente al Comitato. Lo evidenzia anche la testimonianza di AOVAM (nella foto), l’Associazione di volontariato che da Novafeltria assiste malati in tutta la Valmarecchia. Un altro fronte che si apre, un’emergenza che si aggiunge a quella sofferta da cittadini e imprese nella loro quotidianità.

“Ci occupiamo quotidianamente di trasportare dializzati o malati oncologici lungo la Marecchiese – dice il presidente di AOVAM, Oddo Triani - e ogni mese percorriamo oltre 5.000 km lungo quella strada. Il viaggio sta diventando un problema: chi è sottoposto a queste cure tre volte a settimana rischia di passare il giorno di pausa a riprendersi da un trasferimento che chiede sempre più tempo. Il traffico genera ritardi sempre maggiori e talvolta anche la difficoltà di essere puntuali alle terapie. Problemi che vivono anche le ambulanze. Ci associamo alla domanda del Comitato, servono soluzioni rapide e incisive. Chiediamo anche noi alle Istituzioni di accelerare i tempi e di valutare che il costo sociale di questa situazione è anche per il mondo della sanità. Perché se l’assistenza che si auspica ha un riferimento nel presidio territoriale, il personale medico e i cittadini non possono restare imbottigliati lungo la strada come sta avvenendo ora”.