“Se non ora quando. Con l'arrivo dei recovery fund si apre il dibattito di come impiegare queste enormi risorse. L'Europa chiede a gran voce spenderli per infrastrutture sanità scuole creando un volano virtuoso a seguito di questi ingenti investimenti”. Leonardo Bindi, Sindaco di San Leo apre un dibattito sull'utilizzo dei finanziamenti annunciati dal Governo Italiano. L’Italia investirà infatti 209 miliardi di cui 82 a fondo perduto in 6 anni e i restanti a prestito 127 miliardi. “A mio avviso sono i territori che dovrebbero dare le priorità rispetto alle effettive necessità che abbiamo – continua il primo cittadino - Ecco perché si apre una opportunità incredibile per la Valmarecchia di finanziare con questi fondi la Nuova Marecchiese. Siamo all'ultima chiamata; o la nuova marecchiese viene finanziata con i recovery fund o dovremo aspettare altri 40 anni”. Il progetto per la realizzazione della Nuova Marecchiese a scorrimento veloce di 36 chilometri ha un costo di circa 200 milioni lo 0.1% dei 209 miliardi. “Il tempo per progettare, finanziare ed avviare il cantiere c’è – continua Bindi - Volere è potere. Utilizziamo il modello Genova per velocizzare l’iter progettuale e di affidamento dei lavori dell’opera”. Sul tavolo una proposta dei sindaci della Valmarecchia che tiene conto delle problematiche (e della richiesta) della popolazione, a cui occorre comunque aggiungere una doverosa inquadratura della loro prospettiva di crescita e sviluppo in accordo con la programmazione regionale e nazionale. L’inquadramento dell’opera nel territorio, è quindi inteso non solo come sito ma come area vasta che ne è interessata. Per il Sindaco del Comune di San Leo l'opera può essere valutata come una sfida a pensare il futuro in maniera unitaria e integrata.
Tre i punti da affrontare collegabili ad una viabilità di nuova impostazione:
· Sarà possibile migliorare l'accesso e la copertura territoriale ai servizi nell’ambito dell’Area Vasta ed in particolare alle prestazioni sanitarie;
· sarà possibile rileggere in maniera nuova e più “larga” le risorse del territorio innestandosi organicamente nelle prospettive offerte dal Corridoio Adriatico;
· sarà possibile, più facilmente, iniziare un tempo che vede la ripresa della tradizione e dei valori esistenti per formare nuove professionalità e nuove attività dotate di un orizzonte che eccede quello del km 0 e del piccolo è bello (verso cui tutto sembra orientarsi).
Per il Sindaco inoltre è necessario acquisire gli elementi utili per verificare le soluzioni fattibili, compatibili con l'ambiente e che risolvano al meglio le varie problematiche. Il primo cittadino propone di iniziare un lavoro di analisi per acquisire conoscenze di base su diversi punti; l'ambiente e il territorio della Valmarecchia e delle aree che possono essere oggetto di intervento, il tracciato stradale ideale e le possibili varianti (condiviso dai Comuni), il tipo e le caratteristiche dell'infrastruttura stradale da insediare, le conseguenze che questa porterà all’ambiente e a chi vi abita, la considerazione delle alternative che presentano i maggiori o minori problemi, le misure di mitigazione che si possono adottare per ridurre o eliminare le conseguenze negative, le conoscenze specifiche da mettere a confronto con il progetto come ad esempio l'inquinamento atmosferico; l'inquinamento del suolo e delle acque; il rumore; gli effetti su flora e fauna; gli effetti sul paesaggio e sull’impatto visivo; gli impatti sulla salute umana; gli impatti socio-economici.
In conclusione, per il primo cittadino di San Leo il lavoro di ricerca e valutazione deve tener conto di alcuni fattori e condividerli: “Ad un'opera come questa va riconosciuto ed affidato il ruolo di “proteggere e migliorare la salute umana e le condizioni di vita, di mantenere gli ecosistemi e la molteplicità delle loro forme, nonché di salvaguardare la capacità produttiva a lungo termine delle risorse. In particolare – con realismo – l'analisi deve confrontarsi con il tema più generale delle previsioni e strategie della mobilità in ambito provinciale e regionale. La riduzione dei tempi di percorrenza di Valle oltre alla sicurezza sono da valutarsi come fattori necessari all'incremento delle possibilità relazionali delle varie attività umane esistenti in loco e/o prevedibili (tenendo conto dei flussi di interesse e di servizi mare-monte e, viceversa, monte-mare). A tema è la crescita qualitativa dell'offerta turistica complessiva, data la vocazione strategica che, in questo settore, è riconosciuta alla Vallata”.