E’ ormai iniziata la corsa agli acquisti dei regali di Natale! Quale migliore occasione per fornire consigli utili ed evitare che lo shopping natalizio ci faccia incorrere in potenziali truffe, complici - in questo momento di emergenza sanitaria - anche la ricerca di offerte a bassissimo costo ed i ristrettissimi tempi per gli acquisti online? La Polizia Postale e delle Comunicazioni, Specialità della P.S. preposta alla prevenzione ed al contrasto dei reati perpetrati attraverso il web, si trova da tempo in prima linea in materia di sicurezza in rete, tutela dei dati personali, protezione da frodi e rischi negli acquisti: temi caldi e particolarmente sentiti da chi utilizza Internet in questo periodo di forti restrizioni alla mobilità in cui si registra una continua crescita delle condotte fraudolente, sempre più sofisticate, sulle piattaforme di e-commerce.
Il numero delle segnalazioni e denunce ricevute sul commissariatodips.it, sommate a quelle delle persone arrestate e denunciate nel corso del 2020, ha registrato un incremento del 89.1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nell’ottica di offrire ogni utile strumento per aiutare i navigatori, occasionali o assidui, a sentirsi più confidenti in occasione del loro prossimo acquisto on line, ha condiviso una guida pratica disponibile sul sito della Polizia di Stato, sul portale della Polizia Postale www.commissariatodips.it e sulle relative pagine Facebook e Twitter.
L’ultima operazione effettuata dalla Polizia Postale ha messo in luce un complesso modus operandi che vedeva i criminali pubblicizzare la vendita di capi di abbigliamento tramite Instagram, la piattaforma più popolare tra i giovani e giovanissimi. La proposta di capi “alla moda” dal modesto valore commerciale, l’uso di un ambiente social in voga tra i più giovani e l’utilizzo di profili con migliaia di followers hanno facilmente attratto le giovani vittime, inducendole agli acquisti poi rivelatisi truffaldini. Gli utenti, accuratamente selezionati, venivano contattati su Instagram ed indotti al pagamento mediante ricariche di carte prepagate. Successivamente i truffatori, con altri profili social, ricontattavano le vittime persuadendole ad effettuare un nuovo pagamento, adducendo giustificazioni pretestuose come spese di dogana o problemi fiscali.