Oltre duemila persone ieri sera a Villa Lodi Fé hanno partecipato alla festa per i cento anni dalla nascita del Comune di Riccione, sancita in data 19 ottobre 1922 con Regio Decreto n. 1439. Già da prima delle 18,30, fuori dai cancelli della Villa, di fronte alla stazione ferroviaria, si allungava una lunga fila di riccionesi. Entrando, il pubblico è stato rapito dal fascino di una bella dimora balneare costruita tra l’800 e il ‘900. Nel cuore del meraviglioso giardino, La Maquina Parlante di Matteo Scaioli – strumentista, compositore e produttore di Ravenna – ha diffuso una musica lieve e nostalgica, dal suono inconfondibile, percepita tra le fronde. Il viaggio musicale nel passato è proseguito seguendo il filo delle emozioni e fermandosi agli anni Cinquanta, con Matteo Faieta che ha interpretato e cantato i grandi successi internazionali di quando il rock and roll e la musica pop si mescolavano con altri generi per conquistare le nuove generazioni. Ad accompagnarlo, nella bella scenografia del giardino, i ballerini Elegant Performer di Riccione Dance Center e i danzatori solisti Sara Filipucci e Andrea Rossi, in un’esibizione di danza e canto che ha ricordato gli anni Cinquanta anche attraverso le coreografie e i costumi.
Il flusso dei ricordi sul filo della musica è poi sfumato nel saluto di benvenuto a tutti gli ospiti del Centenario. Francesca Airaudo, talentuosa attrice e cantante riccionese, e Andrea Carli, noto performer romano, hanno accompagnato la sindaca Daniela Angelini per il saluto ufficiale del Compleanno di Riccione, seguito dalla presentazione dello show Tre x 2 - tra radio e tv, il concerto omaggio alla musica italiana dei Gemelli di Guidonia, volti amati della musica e dello spettacolo.
A fine concerto, la celebrazione del Centenario con lo show Gravity di Elementz Art, dove raffinate evoluzioni acrobatiche nell’aria hanno seguito suoni avvolgenti e suggestivi. La danza leggera di una ballerina ha raggiunto i movimenti dell’anima per diventare il compleanno del cuore, lanciando verso il cielo un velo rosso a salutare i Magnifici 7 dell’associazione Centro 21.
Francesca Airaudo ha poi richiamato tutti gli ospiti dal balcone per il classico momento di ogni compleanno, con il brindisi in un’enorme coppa di champagne, la grande torta degli auguri in formato dolcetti monoporzione per tutti i presenti, realizzata dalle principali pasticcerie della città, grazie alla partecipazione del Consorzio d’Area di Viale Ceccarini in collaborazione con il Comitato Promoalba-Viale Dante, il Comitato Viale Dante, l’Associazione Riccione Abissinia, l’Associazione Viale Tasso, il Comitato Riccione Paese, l'Associazione Riccione Alba.
Al taglio della torta, dopo il discorso alla città della sindaca Daniela Angelini, hanno preso parte anche gli ex sindaci di Riccione Terzo Pierani, Massimo Masini, Daniele Imola e Renata Tosi.
Ad accompagnare l’ingresso della mega torta la musica del Rocky Trio di Massimiliano Rocchetta, noto pianista, compositore, arrangiatore e co-produttore. Dopo la torta, il giardino di Villa Lodi Fè è stato allietato dalle note musicali del gruppo Slavi Bravissime Persone, la performance musicale di Lorenzo Kruger e quella del Duo Bucolico, il gruppo musicale formato dai cantautori romagnoli Antonio Ramberti e Daniele Maggioli. Nel giardino della Villa è stato allestito lo spazio Scombussolo Ludobus per bambini e adulti: un angolo magico con giochi e attrezzature ludiche in gran parte non esistenti in commercio.
Il discorso della Sindaca Daniela Angelini alla festa per i cento anni di Riccione
"Il destino ha voluto che Riccione diventasse Comune autonomo il 19 ottobre, tra la stagione estiva e le festività di Natale: abbiamo sempre festeggiato i compleanni in una dimensione intima, cittadina, senza i nostri ospiti. Tra di noi, come una famiglia. Come una famiglia ci ritroviamo oggi per celebrare il primo secolo di vita della nostra città, diventata autonoma per Decreto regio il 19 ottobre del 1922. Vi dico la verità: mentre ci arrivano gli auguri da tutte le parti del mondo, graditissimi, non mi dispiace che questo momento, il Compleanno del cuore, sia tutto per noi, per la nostra comunità. Per l’Italia, per l’Europa, esiste una Riccione che è il simbolo permanente della festa, l’identificazione della spensieratezza, della leggerezza come stile di vita. È una Riccione che per sua natura non può mai fermarsi, non può concedersi ripensamenti. Soprattutto, non può invecchiare. Ma questa Riccione esiste perché a crearla, ogni giorno, da cento anni, ma anche da alcuni decenni prima della proclamazione del Comune autonomo, sono i riccionesi. Mi capita di tanto in tanto di ripensare alla nascita del turismo, all’origine della vocazione all’ospitalità della nostra città: ben prima del ritorno economico dell’industria delle vacanze, è nato il senso dell’accoglienza, esercitata a titolo gratuito, dei bambini affetti da scrofolosi. È la condivisione che ha fatto la fortuna di questa città, di ognuno di noi. Siamo diventati migliori, anche più ricchi, aprendo le porte di casa nostra a chi aveva bisogno. Un secolo dopo ci ritroviamo insieme, noi riccionesi, e siamo ancora e sempre di più una comunità fondata sull’accoglienza. Riccione per l’Italia ma anche per un pezzo d’Europa non è solo il luogo delle vacanze ma una seconda casa, una famiglia allargata. Una seconda identità. Non è un caso. In questi cento anni - e purtroppo anche molto di recente - abbiamo attraversato momenti di dolore lacerante ma abbiamo sempre saputo risollevarci perché lo abbiamo fatto insieme. Col cuore. Tutto quello che abbiamo fatto di grande, nella nostra storia, lo abbiamo fatto insieme. Insieme - mi limito a citare due esempi - siamo uno dei più floridi distretti industriali turistici in Europa. E dobbiamo ricordarci sempre di andarne orgogliosi. Insieme, siamo una grande famiglia. Che non si dimentica di nessuno. E se qualcuno ha delle difficoltà sappiamo mettere in piedi un centro di eccellenza come il Centro 21. Noi siamo questi qui. Insieme, oggi, festeggiamo i cento anni di autonomia del Comune di Riccione. Comune: di tutti. Tanti auguri a noi. Viva Riccione, viva i riccionesi".
Foto Daniele Casalboni