Una platea di persone ‘fragili’ che si allarga, complice una pandemia che ha tolto ogni certezza. Over 50, esposti alla crisi economica, con scarsa digitalizzazione: è questo il profilo dell’utente preso in carico dal programma di sostegno degli inserimenti lavorativi e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità, promosso dal Distretto socio sanitario di Rimini. Un programma finanziato per circa 1,1 milioni di euro attraverso le risorse messe a disposizione dalla legge regionale 14/15, che attraverso l’integrazione tra i servizi del lavoro, sociali e sanitari si propone di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di quella fascia di popolazione che risulta più ‘fragile’ a causa di difficoltà economiche, condizioni sociali o situazioni personali e sanitarie. Nonostante la pandemia, la programmazione di interventi che si sta concludendo in questi mesi (riferita all’annualità 2019) ha comunque consentito la presa in carico di 261 persone per il distretto sanitario di Rimini. Il profilo dell’utente (sono stati 1.153 quelli profilati) descrive una persona di età superiore ai 45/50 anni, senza minori a carico e con un valore Isee medio che supera di poco i 13mila euro. Per ogni persona presa in carico viene avviato un iter personalizzato, frutto del lavoro di equipe che unisce le competenze di assistenti sociali, servizio sanitario, centro per l’impiego, che si declina in tre tipi di assistenza. Per la maggioranza delle persone, il percorso di sostegno si concretizza nell’opportunità di un tirocinio presso un’azienda per un periodo tra i 3 e i 6 mesi, ricevendo un’indennità di 450 euro mensili. Le altre due tipologie di intervento riguardano l’accompagnamento al lavoro (orientamento, analisi delle competenze e ricerca del lavoro) a cui è destinato il 35% delle risorse, mentre il restante è dedicato alla formazione, che proprio in considerazione dell’età media risulta la forma di sostegno meno privilegiata dall’utenza.
"I dati sono stati presentati nell’ultima riunione del Distretto socio sanitario, durante la quale è stata approvata la nuova programmazione per un importo di circa 1,2 milioni di euro, a cui si aggiunge un cofinanziamento dei Comuni pari al 10%. È stata soprattutto l’occasione per capire come la pandemia ha inciso sulla messa in campo di politiche attive del lavoro – commenta Gloria Lisi (nella foto)– Ci siamo innanzitutto scontrati con un ampliamento della platea delle persone in condizioni di fragilità: oggi la fascia di utenti è cambiata, coinvolgendo anche chi, dall’oggi al domani, si è trovato senza lavoro a causa del lockdown e delle chiusure. Nonostante le difficoltà, siamo comunque riusciti a prendere in carico 261 persone, garantendo tirocini e laboratori. Guardando al futuro, dall’incontro con i responsabili dei Centri per l’Impiego della Provincia di Rimini è emerso come occorra investire sulla digitalizzazione. La formazione oggi è quasi esclusivamente online e oggi ad esempio è indispensabile avere lo Spid anche per accedere alle offerte di lavoro. Come Comune di Rimini, sin dal 2013, abbiamo messo al centro delle nostre politiche il concetto di empowerment, superando la logica dell'assistenzialismo per valorizzare le competenze professionali e le propensioni individuali; un approccio che oggi sarà ancor più strategico per affrontare la difficile fase post pandemica”.