Tutti d’accordo: i relatori e le realtà associative con le tante persone che si stanno aggregando, unendo i propri ideali alle azioni dei promotori della giornata ecologica in difesa delle spiagge libere e degli habitat naturali. L’approfondimento scientifico ha messo in luce quanto sia urgente prevedere aree di ripopolazione della avifauna e della vegetazione. Per dare respiro alla natura, umana e animale, della vegetazione e del mare.
In video all’apertura dei lavori al Rockisland per la Fondazione Marevivo Rosalba Giugni, ricorda quanto l’associazione con più di quarant’anni di vita che presiede abbia a cuore l’azione ecologica dell’Aps Basta Plastica in Mare Network a Rimini. Portoparty di sabato 13 aprile è il primo momento di divulgazione scientifica e partecipazione civile pensato su una grande spiaggia italiana a seguito dell’incontro promosso da Marevivo il 9 marzo a Roma per il necessario rilancio del Coordinamento Italiano per la Tutela degli Ambienti Naturali dai Grandi Eventi, al quale Basta Plastica in Mare ha convintamente aderito.
Manuela Fabbri per l’associazione promotrice si è rammaricata del fatto che ancora, in particolare sulle coste della penisola il cui mare è risorsa meravigliosa ed essenziale, nonostante il marketing turistico sia più interessato alla natura che ai tempi dell’obsoleto turismo di massa, sia necessario alzare la voce per opporsi all’abuso dei luoghi naturali, spiagge libere in testa. E si chiede: “Perché nonostante le numerose strutture e infrastrutture esistenti a Rimini per dare sede agli eventi ludici e turistici, si mette a reddito la natura con innaturale antropizzazione e inquinamento di rifiuti, rumori, luci?” Due ore e mezza di parole e fatti concreti coordinate da Franco Borgogno, grande ambientalista e scrittore, responsabile scientifico European Research Institute e presidente onorario dell’associazione che ha sede a Rimini.
Il primo contributo scientifico è stato di Daniela Addis, avvocata e presidente dell’associazione professionale Generazione Mare, che ha esposto un interessante quesito legale, le cui risposte ha ritrovato nella cultura giuridica: “Quanto le concessioni di demanio pubblico sono compatibili con gli articoli 9 e 41 della Costituzione e nell’ordinamento giuridico esistente?”.
Marco Zaoli ha compiuto un excursus molto preciso su quanto sia necessario, alla luce dei cambiamenti climatici, proteggere le zone umide per almeno tentare di contenere il consistente innalzamento del mare che arriverà implacabile di qui a pochi decenni. E si è chiesto come e perché gli amministratori riminesi come invece hanno fatto in parte progettando il piano dell’arenile, non si pongano anche quello di prevedere la protezione delle aree ancora libere da concessioni e stabilimenti balneari.
Francesca Santarella di Ci.Tange ha raccontato perché si è formato il coordinamento nazionale, cosa ha ottenuto e intende far conoscere alle comunità di cittadini consapevoli. Agendo sulle amministrazioni affinché esercitino il proprio ruolo salvaguardato il bene comune, l’ecosistema nelle aree più preziose e protette. Le tante abusate sulle spiagge intorno all’Italia dal JovaParty e che ora a Rimini proseguono nella zona umida preziosa del Marano, col BeachArena, le corse in moto sulla spiaggia del Porto e tanto altro.
L’intervento dell’Associazione Ornitologi dell'Emilia Romagna (Asoer) è stata preceduto dall’emozione della giovane mascotte dell’associazione: Lucia Fuzzi. Figlia dodicenne di Eleonora Tagliaventi campionessa di nuoto di Cattolica e componente del direttivo dell’Aps di Basta Plastica in Mare, Lucia ha illustrato e raccontato la storia del fratino, l’uccellino che l’ha tanto affascinata.
Roberta Corsi di Asoer ha poi proseguito il racconto entrando nei dettagli: l’intricata vicenda della nidificazione riminese del pullo di fratino proveniente da Cervia, è purtroppo finita male, nonostante l’attenzione e le cure di tanti attivisti, poiché è difficile proteggere le aeree aperte perimetrandole con reti e transenne. Così ora il fratino a Rimini non c’è più e neppure il cartello che ne annunicava la presenza. Tant’è che l’area della ex Colonia potrà essere spianata dalle ruspe senza alcun problema, dando spazio al palco e alle migliaia di spettatori del BeachArena.
Ha concluso il dialogo scientifico Romeo Farinella, docente ordinario di urbanistica a UniFe già nel comitato scientifico delle due edizioni del Summer Camp “La Natura del Mare” che ha esposto il valore dei progetti per preservare le coste e le aree umide svolti insieme agli studenti di Ferrara, tra le quali Viola Antinori di Novafeltria, presente all’incontro, la cui tesi di laurea sul ripristino di un grande parco verde rinaturalizzato al posto dell’aeroporto di Rimini, lascia immaginare quando sarebbe possibile realizzare di sostenibile sul Marano. “E’ lecito chiedersi - dice Farinella - di chi è la città?” Il tema della biodiversità urbana è centrale e riguarda il valore che le vogliamo attribuire nella nostra cultura e nelle nostre aree urbane. La biodiversità è un obiettivo strategico del Green Deal Europeo, mentre spesso alla pratica di governo condivisa e dialogante, si preferisce una pratica di comando dove l’idea di “cittadinanza attiva” è sostituita con quella di “soggetto portatore di interessi”.
Proposte non proteste. Il grande lavoro di approfondimento svolto diviene la traccia del percorso da intraprendere per le azioni future, con un calendario che a breve sarà reso pubblico. Il cui fine è chiaro a tutti i soggetti coinvolti: garantire la corretta fruizione dei beni pubblici del demanio marittimo e la preservazione di questi ambienti tanto fragili quanto indispensabili per contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e la tutela di specie e habitat protetti.