Una bolla di sapone. Il processo che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto fornire alle forze avverse al sistema di potere politico che da decenni guida la città di Rimini il grimaldello per scardinarlo si sta rivelando una bolla di sapone.
La vicenda Aeradria si sgonfia con il passare del tempo e va preso atto che i personaggi ecccellenti finiti nel mirino della magistratura ne escono a piè sospinto. Fuori dal processo l’ex sindaco Alberto Ravaioli e l’ex presidente della Provincia Nando Fabbri, quasi fuori (resta un solo capo d’imputazione a loro carico ancora in fase di contestazione) l’attuale sindaco di Rimini Andrea Gnassi, l’attuale presidente della Fiera di Rimini (o IEG che dir si voglia) Lorenzo Cagnoni e l’ex presidente della Camera di Commercio di Rimini Manlio Maggioli. Reati quasi tutti prescritti, tranne uno dicevamo e solo per alcuni ancora pendente. Va detto, ad onor del vero, che gli avvocati degli imputati eccellenti avevano chiesto di poter dimostrare l’innocenza dei propri patrocinati quale modus operandi per arrivare alla soluzione. Ma il tribunale non ha concesso alcuna assoluzione, ha solo disposto il non luogo a procedere perché, come detto, è intervenuta la prescrizione.
Non per tutti: l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali, l’imprenditore Mario Formica e il commercialista Santo Pansica restano a processo a vario titolo.
Nella prossima udienza, fissata per il 26 gennaio, sarà discusso l’unico capo d’imputazione che ancora lega al processo per lo scandalo più rilevante della storia recente di Rimini Gnassi, Cagnoni e Maggioli.
Chi attendeva l’esito clamoroso di questo procedimento penale dovrà quindi rivedere le proprie posizioni. Le massime figure istituzionali dell’epoca, i cosiddetti “imputati eccellenti”, ne stanno venendo fuori senza colpe. E di questo bisognerà farsene una ragione.