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Cronaca 13:21 | 20/09/2020 - Rimini

Progetto Scintilla contesta l'ordinanza anti alcol firmata da Gnassi

La nuova ordinanza firmata dal sindaco Gnassi sul divieto di alcol nel centro storico scatena subito le polemiche. A dire un no grande come una... damigiana è Progetto Scintilla da sempre promotore delle battaglie contro le ordinanze anti-socialità. Ecco perché.

"Il Comune di Rimini ci riprova, ancora!

Per la terza volta viene ripresentata un'ordinanza anti-alcool negli spazi pubblici del nostro centro storico, imponendone il consumo nei locali. Ancora una volta, col pretesto della lotta al degrado si attacca la socialità dei giovani e meno giovani che quei posti lì vivono quotidianamente, non come semplici consumatori.

Come Progetto Scintilla, insieme a tante persone abbiamo presentato per ben due volte un ricorso contro queste ordinanze. Assieme alla battaglia legale abbiamo agito sul territorio, creando momenti di confronto con assemblee, serate di raccolta fondi per pagare i ricorsi, sfidando il divieto con musica e socialità proprio nei luoghi in cui le istituzioni descrivevano una situazione di degrado. In realtà quella che si vuole colpire è proprio la socialità libera dalle logiche di mercato e così stigmatizzata.

L'emergenza causata dalla pandemia ha portato ad un'ulteriore occupazione di suolo pubblico da parte delle imprese tramite il fiorire di dehors e l'occupazione degli spazi pubblici della Vecchia Pescheria, dirottando sempre più le relazioni e la vita sociale all'interno della logica degli esercenti. Lungi da noi auspicare assembramenti o deresponsabilizzare dalle sacrosante logiche di tutela della salute. Continuiamo però a chiederci se la posta in gioco qui sia veramente per il Comune la tutela della salute o semplicemente la logica di una città sempre più ripulita ad uso e consumo dei privati.

I luoghi e gli spazi delle città sono fatti per essere vissuti, ed è bene tutelare un socialità libera, nel rispetto dell'altro e difenderci più che mai dall'idea delle piazze come vetrine e dei rapporti sociali ridotti alla sola logica del consumo. Continuiamo a dire con forza che la città appartiene a tutti, a chi ci vive, chi ci lavora.

Ci chiediamo inoltre se i problemi legati al uso di alcool si risolvano meramente vietando, senza parlare di occupazione, welfare e inclusione che sono reali possibili soluzioni per arginare il problema, per di più in un momento storico come questo dove la pandemia ha fatto emergere le tante contraddizioni della nostra società.

Ricordiamo, con un esempio concreto, che chi si riempie la bocca con la parola decoro, ovvero i nostri amministratori fecero chiudere l'unico bagno pubblico presente in centro, con evidenti risultati spiacevoli. Non tolleriamo il modo monocratico e totalmente alieno all'ascolto delle problematiche fatte emergere da chi la città la vive da parte di questa amministrazione. Ci faremo sentire".