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Cronaca 12:39 | 05/02/2024 - Rimini

Scomparsa Antonio Paolucci. Dichiarazione del sindaco Jamil Sadegholvaad: "Rimini gli deve un enorme ringraziamento"

Nato in città il 29 settembre 1939, è stato un gigante della scena culturale italiana dagli anni Sessanta in poi, concentrando la sua straordinaria opera e vivacità intellettuale su una materia fondamentale ancorché troppo spesso sottovalutata dal dibattito: la storia dell'arte e soprattutto la cura, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio artistico italiano.

Quel patrimonio che è (o dovrebbe essere) il tratto distintivo, la cifra peculiare del rapporto tra il nostro Paese e il mondo, ha costantemente rappresentato l'oggetto degli studi e della passione di Paolucci in ogni fase e ruolo professionale assunto nella sua vita, sino a ricoprire, tra il 1995 e il 1996, anche il ruolo di Ministro ai Beni culturali e ambientali della Repubblica Italiana e di Direttore dei Musei Vaticani. Chi lo conosceva, ne descriveva l'enorme curiosità intellettuale, la propensione mai venuta a meno all'aggiornamento professionale e dunque al confronto aperto, l'attenzione e il rispetto verso ogni opera. Ma soprattutto la necessità di valorizzare quel patrimonio sottovalutato e svilito, facendolo prima di tutto conoscere al presente e al futuro attraverso lezioni, conferenze, libri, progetti culturali, viaggi. Quasi un 'apostolato' lungo una intera esistenza, consapevole che la più alta forma di spirito di servizio, l'atto altruistico più grande da offrire alla propria città, a Firenze e al Paese fosse la capacità di non far 'dimenticare' quel tesoro, lasciandolo nelle soffitte ma prima di tutto lasciandolo ignoto nella sua importanza.

Grazie al lavoro di Antonio Paolucci, l'arte italiana ha potuto dunque parlare al presente e al futuro. E lo ha fatto anche per Rimini, attraverso le sue numerose pubblicazioni e una presenza divulgativa mai fatta mancare allorché in ballo ci fosse una iniziativa o un progetto di valorizzazione di un elemento artistico riminese. Nel 1995 Antonio Paolucci venne insignito del Sigismondo d'Oro con questa motivazione: 'insigne storico dell'arte, brillante autore di opere scientifiche e di monografie, come Sovrintendente e come uomo di governo si è prodigato per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Vincoli d'affetto ed un'intensa attività di ricerca sull'arte riminese, lo tengono vicino alla Sua città'.

Sono passati quasi 30 anni da allora, e sono stati tante le collaborazioni specifiche che il professor Paolucci ha dedicato ancora a Rimini. Per questo è oggi doveroso e logico affermare che Antonio Paolucci è stato tra coloro i quali hanno posto le basi per il recupero, anche in chiave identitaria, della storia e del passato della città come 'voce', chiara, chiarissima, in grado di connettersi al presente e al domani. In questo senso credo di potere dire che Antonio Paolucci, probabilmente prima di tutto e meglio di tutti, aveva creduto alla possibilità, anzi al dovere, di valorizzare Rimini quale città d'arte, sostenendola con i suoi studi e il suo appassionato lavoro. E se Rimini è riuscita a entrare ora tra le città candidate a Capitale della Cultura, una parte del merito va ad Antonio Paolucci.

Per questo, come rappresentato all'inizio, Rimini deve un enorme ringraziamento al professore, rappresentando nel contempo il cordoglio della comunità e la vicinanza alla famiglia. Grazie professore".