Questa mattina alcuni militanti del Movimento Nazionale - La Rete dei Patrioti erano presenti innanzi alla Prefettura di Rimini dove si è svolto alle 11.30 il tavolo del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica dopo il gravissimo episodio che ha visto un somalo armato di coltello pugnalare sull'autobus due controllori, che hanno avuto la sola colpa di chiedergli il biglietto, e poi seminare il panico per le strade ferendo altre tre persone tra cui un bambino di 6 anni colpito alla carotide. Gli attivisti del movimento sono stati fermati, perquisiti e respinti dopo aver sequestrato loro alcune locandine con le quali si chiedevano le dimissioni del Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, presente al tavolo di discussione, alla luce dei numerosi recenti fatti di cronaca.
"Riteniamo che la partecipazione a questo tavolo del ministro degli Interni Luciana Lamorgese a fatti accaduti, ma soprattutto a soli 20 giorni dalle elezioni amministrative riminesi, sia un'offesa per tutti i cittadini di Rimini che da anni attendono invano risposte concrete." - dichiara Mirco Ottaviani, dirigente riminese del Movimento Nazionale - "Così come di pari passo risulta un'offesa il fatto che il candidato a sindaco della città del Partito Democratico sia niente meno che l'attuale assessore alla sicurezza. I recenti episodi di cronaca, le devastazioni a Riccione da parte di numerose baby-gang, ma anche il maxi rave abusivo nel viterbese e i continui sbarchi di clandestini sulle nostre coste la dicono lunga su come la gestione della sicurezza pubblica in Italia sia completamente finita nel caos." - prosegue Ottaviani per poi concludere - "Chiediamo pertanto le immediate dimissioni del Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, pugno di ferro contro chi manifesta il proprio dissenso, contro i locali che non rispettano le direttive anticontagio e contro tutti gli Italiani che oggi non possono circolare senza mostrare il passaporto verde, mentre viene concesso ad un clandestino violento di girare mezza Europa, superare i nostri confini e, ospitato con tanto di vitto e alloggio presso una struttura della Croce Rossa, accoltellare donne, uomini e bambini."