Militari del Comando Provinciale di Rimini hanno dato esecuzione nei giorni scorsi ad un decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Rimini, Dr. Manuel Bianchi, per un importo di oltre 420.000 euro. Il provvedimento rappresenta l’atto conclusivo delle indagini per bancarotta e reati tributari scaturite dal fallimento di una società di Santarcangelo, operante nel settore della produzione e commercializzazione di mobili.
L’attività di indagine, coordinata dal Dott. Paolo Gengarelli, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Rimini, ha consentito ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini di accertare che il legale rappresentate della società fallita aveva distratto, a titolo personale, denaro per complessivi 1.078.877 euro sottraendoli ai creditori in modo da ricavarne proventi illeciti di pari importo. Le fiamme gialle riminesi, dopo aver accertato il reato fallimentare, hanno avviato anche un controllo fiscale nei confronti di L.M. di anni 63, che si è concluso non solo con l’addebito a suo carico di tale ammontare di redditi illeciti da segnalare all’Agenzia delle Entrate per la tassazione relativamente agli anni 2013, 2014 e 2015, ma anche con la sua denuncia ( per l’anno 2013) per il reato di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e la contestuale richiesta all’Autorità Giudiziaria di emissione di un decreto di sequestro preventivo nella forma per equivalente per le somme risultate evase (oltre 420mila euro).
Il G.I.P. del Tribunale di Rimini ha emesso apposito provvedimento cautelare che i militari del Nucleo P.E.F. di Rimini hanno eseguito sequestrando quote societarie, disponibilità finanziarie, un motoveicolo ed una struttura residenziale situata in Santarcangelo, per un valore complessivo quantificato sinora in oltre 320 mila euro. Agli immobili le fiamme gialle sono arrivate attraverso l’esecuzione di mirati accertamenti patrimoniali ricostruendo i negozi giuridici che avevano riguardato nel tempo alcuni cespiti immobiliari riconducibili all’indagato ed ai suoi parenti: infatti essi erano stati intestati nel frattempo al padre dell’indagato, con ogni probabilità nel vano tentativo di sottrarli all’aggressione patrimoniale dei creditori ed ai possibili provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, che nonostante ciò sono arrivati a compimento.