Il sindacato Usb e la campagna mai più sfruttamento stagione saranno in piazza Domenica 10 ottobre dalle ore 16, in una manifestazione per rivendicare i diritti di lavoratori e lavoratrici che hanno appena concluso la stagione.
"Gli imprenditori del turismo locale - si legge in una nota - festeggiano la conclusione della presente stagione estiva. Il boom di presenze quest'anno, nella riviera romagnola, ha superato persino i livelli pre-crisi del 2019. Ma ben poco è stato detto sulla condizione dei circa 30.000 lavoratori e lavoratrici impiegati nell'indotto turistico in riviera. Quello che segnala l'ispettorato del lavoro, nel suo report annuale, è che il 73 per cento delle imprese turistiche controllate sul territorio nazionale è risultata in posizione d'irregolarità rispetto alle condizioni d'impiego di lavoratori e lavoratrici. Nella solo provincia di Rimini a fronte delle tredici imprese controllate dall'ispettorato, nove di esse risultano in posizione d'irregolarità. Inoltre abbiamo assistito alla smentita della retorica che voleva gli stagionali come fannulloni percettori di redditto di cittadinanza, grazie a dati Inps sul boom di assuzioni quest'anno, che sono un vero e proprio record dell'ultimo decennio. La campagna elettorale in vista dell'elezione del futuro sindaco di Rimini ha visto i rappresentati del partito democratico fregiarsi dell'operato della giunta uscente, agitando lo spettro del turismo sostenibile senza mai nominare le condizioni di lavoro che denunciamo da tanti anni fatte di sfruttamento, lavoro nero, e assenza di riposi e malattie per i lavoratori. Il modello turistico in questo Paese è basato su un sistematico sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori nonchè sull'evasione fiscale da parte delle tante imprese che operano sul territorio, i legami politici tra queste e la giunta uscente a Rimini ci sono chiari e sono fatti di collusione e rapporti clientelari.
Torniamo in piazza per pretendere:
- l'inclusione al tavolo di controllo sul Turismo
- una contrattazione territoriale, per portare a rialto le retribuzioni
- salario minimo a 9 euro lordi l'ora
- controllo serrato degli organi competenti per il contrasto a lavoro sommerso e sfruttamento".