Domani in tutto il mondo sarà celebrato il Safer Internet Day, un evento internazionale che in 140 Paesi promuove un uso più sicuro e responsabile della tecnologia online e dei telefoni cellulari da parte di bambini e giovani. Proprio sul cyberbullismo a Rimini è in pieno svolgimento la seconda edizione di ‘Da spettatori a protagonisti’, il progetto che vede Gruppo SGR schierato al fianco delle scuole nel sensibilizzare le giovani generazioni a riconoscere e contrastare il fenomeno del bullismo anche sulla Rete. Sono coinvolte 34 classi della scuola superiore e 781 studenti, sostanzialmente il doppio dello scorso anno. La didattica a distanza non ha frenato l’interesse e gli incontri, prima in presenza, sono stati confermati online e si sono aggiunti nuovi laboratori per generare la capacità di utilizzare con competenza i social, perché il bullismo circola più velocemente dietro allo schermo di un computer o di un telefonino.
“Stiamo comprendendo l'enorme rilievo che assumono queste iniziative di prevenzione – commenta Micaela Dionigi, Presidente del Gruppo SGR – coi fatti di cronaca che evidenziano il dilagare sul web di trappole per i nostri ragazzi. Il coinvolgimento dei professionisti, quello fondamentale dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, consente di arrivare laddove anche per le famiglie spesso è complicato. È un lavoro comune e siamo davvero orgogliosi di poter fare la nostra parte”.
Insieme al tema del cyberbullismo, il progetto è arricchito da iniziative che si concretizzano in laboratorio. “Abbiamo capito anche l’importanza - dice il Prof. Luigi Aloia docente all’Einaudi-Molari – del valore del ‘fare’ cose insieme. Lo scorso anno furono realizzati braccialetti con all’interno frasi sul tema; quest’anno produrremo un cartone animato che gli stessi ragazzi monteranno. Abbiamo classi nelle quali s’è deciso di raddoppiare questo impegno, uno scatto significativo di motivazione e di coinvolgimento. I ragazzi vincono la timidezza mettendosi in gioco e producendo qualcosa insieme. E’ un passaggio decisivo per radicare dei valori che poi tornano utili quando online scattano rischi di cyberbullismo”.
Il progetto stimola i ragazzi, ma produce segnali forti anche per gli insegnanti. “È così – conclude il Prof. Aloia - Nell’affronto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, gli insegnanti ascoltano, dialogano con gli studenti su livelli differenti dal classico rapporto alunno-insegnante. In sostanza li conduciamo fuori dalla loro dimensione confortevole”.
“Incrementare le conoscenze su sicurezza e privacy – spiega Primula Lucarelli, progettista e formatrice che ha affiancato il progetto dalle prime battute – completa le conoscenze sull’uso della tecnologia. I ragazzi stanno imparando a diventare peer educator. Niente è più efficace di un messaggio scambiato fra loro su temi così delicati. Fra l’altro l'Einaudi è una delle scuole del progetto che ha attivato l'educazione digitale in tema di sicurezza e privacy in tutte le classi prime a partire da questo anno scolastico e grazie al progetto promosso da Gruppo SGR”.