CGIL Rimini CISL Romagna UIL Rimini ritengono doveroso - si legge in una nota della triplice sindacale - "accogliere le persone richiedenti asilo nella nostra provincia ed è a partire da questo fondamentale principio che pensano sia indispensabile non solo denunciare ogni fenomeno di intolleranza quando esso si verifica, ma anche le strumentalizzazioni e le mistificazioni della realtà che avanzano da più parti nei confronti dei profughi. Detto questo, inutile nascondere che il sistema di accoglienza nel nostro territorio non funziona come dovrebbe sia per quanto riguarda i soggetti privati che dovrebbero farsene carico sia per i soggetti istituzionali. Il risultato è che una cattiva gestione dell'accoglienza crea un'immagine distorta del fenomeno attribuendo ai richiedenti asilo responsabilità che non sono loro e lasciando spesso libero campo a chi può e vuole approfittarsi della situazione. Si dà il permesso di accogliere i profughi in immobili vetusti ormai fuori dal mercato turistico, e da parte di soggetti improvvisatisi gestori d’ospitalità che lucrano sugli stanziamenti pubblici destinati all’accoglienza; si creano progetti di finta formazione, o di lavoro volontario che volontario non è perché sfrutta lo stato di bisogno; si lasciano in mezzo alla strada persone, in particolare giovani, senza fare nulla per tutto il giorno e che la popolazione individua solamente come sfaccendati, se non peggio; si nasconde il tema della fuoriuscita dall’accoglienza, che se non governata è fucina di indigenti e senzatetto. La situazione non è semplice, ma non si può neppure lasciare che degeneri. Per questo, tra l'altro, esiste uno strumento indicato dalla legge dello Stato che è il Consiglio Territoriale per l'Immigrazione, luogo istituzionale nel quale poter monitorare il sistema di accoglienza, dal quale poter diffondere le migliori prassi messe in atto dai soggetti ospitanti e dove coloro che ne fanno parte possono confrontarsi e indicare dei percorsi virtuosi.
Chiediamo al Signor Prefetto di Rimini di convocare in tempi brevi il Consiglio Territoriale, così come abbiamo già richiesto.
Se vogliamo che sia mantenuta una civile convivenza, che queste persone non vadano ad infoltire le fila degli ultimi tra gli ultimi come status sociale ed economico, o non diventino preda del malaffare, bisogna intervenire per tempo attraverso buone prassi, ed il fattivo impegno di ogni soggetto a seconda delle proprie competenze e ruolo".