Gli italiani che, nel 2017, si sono sposati a Rimini, residenti e non, sono stati, secondo i dati forniti giorni fa dal Comune 362. Si conferma e si accentua il divario fra i matrimoni civili (232) e quelli religiosi (130) nel contesto di una permanente diminuzione generalizzata, che ne ha visti nel 2016 n. 446 e nel 2017 solo 362 appunto.
Ma un altro dato ci deve fare riflettere. Le unioni che hanno visto unirsi due cittadini italiani sono 199, per il restante si sono sposati cittadini di diverse nazionalità. Se la parte del leone la fanno uomini italiani che hanno sposato sopratutto donne ucraine (15), russe (10), rumene (10), moldave (9) non mancano donne italiane che sono convolate con vicini croati (1), russi (1), finlandesi (1), ma anche con esotici dominicani (1) cingalesi (1) cinesi (1), congolesi (1), e marocchini (1), per il restante si sono sposati, fra loro, cittadini di altre nazionalità, non sempre della medesima.
Se queste sono quindi le nuove coppie, destinate a generare una discendenza, ed è acclarata una scarsa propensione a fare figli da parte degli italiani, è facile prevedere che nel giro di pochi anni avremo i cittadini di “razze” (questa parola è al centro di un acceso dibattito politico) diverse che saranno in numero superiore a quelli di pura “razza italiana”. Tutto ciò con buona pace di quei politici che cavalcano l'onda della facile retorica contro i cittadini stranieri responsabili di tutto quanto di illegale e sconveniente avviene, e che con la loro diversità culturale e religiosa, stanno contaminando i nostri.
Altro interesse suscitano i dati sulle unioni civili, istituite recentemente e che sono passate da 28 nel 2016 a n. 56 nel 2017, di queste 10 sono fra donne , il resto fra due uomini. In questo caso le nazionalità dei soggetti non sono state comunicate.