La Fondazione Santagata ha comunicato al Comitato Identità di spiaggia, nato per candidare l’arenile di Riccione come Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità per l’Unesco, l’inserimento nel Catalogo generale dei beni culturali, sezione Beni demoetnoantropologici, di tre schede del patrimonio culturale immateriale della città: il mestiere del bagnino, la rustida e la tenda.
“Si tratta di un grande passo in avanti, a testimonianza che davvero la spiaggia di Riccione rappresenta un patrimonio diffuso e immateriale per l’umanità tutta - osserva la sindaca di Riccione Daniela Angelini -. Come cittadina di questa città, ancora prima che come sindaca, sono orgogliosa di questo riconoscimento che va nella direzione di tutelare un bene primario di Riccione costituito dalle persone, i bagnini, che con la loro capacità di accoglienza e le loro tradizioni, come la tenda e la rustida, hanno saputo conquistare il cuore dei turisti di tutto il mondo”.
“Siamo soddisfatti: è un grande risultato per tutta la città di Riccione, per l’intero territorio oltre che per la spiaggia - argomenta Diego Casadei, presidente del Comitato Identità di spiaggia -. Un risultato che premia e testimonia l’unicità e la tipicità dell’arenile riccionese a livello nazionale e che ci consolida nella convinzione di potere pervenire a un riconoscimento di livello internazionale da parte dell’Unesco. All’inizio di questa vicenda sembravamo dei visionari in senso non proprio positivo, poi il progetto si è consolidato, ha guadagnato sempre più consensi nella categoria per poi trovare l’abbraccio di tutta la città. Mi piace proprio perché è un progetto della città per la città: non si tratta di una questione politica perché è sostenuta da tutti in maniera trasversale tanto da avere trovato il consenso unanime del consiglio comunale”.
I mestieri e le antiche pratiche tramandate di generazione in generazione
La storia di Riccione è da sempre intrecciata alla spiaggia e al suo mare che ne hanno forgiato l’identità, trasformandola da piccolo borgo di pescatori in una delle mete turistiche più ambite della Riviera romagnola. La bellezza naturale, ma anche i mestieri e le antiche pratiche tramandate di generazione in generazione rappresentano un patrimonio inestimabile per la città e i suoi ospiti.
La proposta di candidatura all’Unesco
Da qualche anno, l’arenile è diventato oggetto di un progetto di valorizzazione della spiaggia e dei suoi usi sociali, confluito nella proposta di candidatura all’Unesco della spiaggia di Riccione come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, iniziato nel 2018 con la costituzione del Comitato Identità di spiaggia Riccione, rappresentato dalle imprese balneari aderenti a tutte le Cooperative o associazioni che gestiscono la spiaggia di Riccione, Cooperativa Bagnini Riccione, Cooperativa Bagnini Adriatica, Cna, Confcommercio e Confartigianato, proseguito nel 2019 con la nascita dell’Associazione per la candidatura Unesco formata da Cooperativa Bagnini Riccione, Cooperativa Adriatica Bagnini, Cna, Confcommercio e Confartigianato, Federalberghi Riccione, Consulta del porto, Lega navale, Club nautico Riccione, Polisportiva Comunale Riccione, cui si sono aggiunti, nel 2022, Famija Arciunesa e le associazioni Il Tassello mancante e Blennius. Il progetto per la candidatura Unesco è realizzato grazie alla collaborazione con il Centro studi avanzati sul turismo (Cast) dell’Università di Bologna.
Il ruolo della Fondazione Santagata
Nel 2022 viene incaricata la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura (Torino) a redigere il dossier di candidatura e la scheda di domanda, secondo le linee indicate dal Mibac.
Pochi giorni fa, il 25 giugno, la Fondazione Santagata ha comunicato all’Associazione per la candidatura Unesco l’inserimento nel Catalogo Generale dei beni culturali, sezione Beni demoetnoantropologici, di tre schede del patrimonio culturale immateriale di Riccione: il mestiere del bagnino, la rustida e la tenda. Un racconto, quello delle tre tipicità, affidato alla voce dei bagnini riccionesi.
La tenda nata dalla vela messa ad asciugare
La caratteristica tenda di Riccione, dove trovare ombra e riparo dal sole, era, anticamente, la vela della barca messa ad asciugare su pali che venivano usati per la tradizionale pesca al cogollo e rappresentava e rappresenta una tipicità del paesaggio riccionese, nonostante l’introduzione degli ombrelloni, come spiega il bagnino Paolo Arcangeli.
I primi bagnini sono stati i pescatori e le loro mogli
Il mestiere del bagnino si diffonde con lo sviluppo del turismo balneare, spiega Diego Casadei, presidente dell’Associazione per la candidatura Unesco.
La prima generazione era composta in gran parte da pescatori e più specificatamente dalle mogli dei pescatori: quando i mariti erano in mare, le donne allestivano la spiaggia con le poche attrezzature a disposizione, seguivano le famiglie dei signori che si recavano in spiaggia, accudivano i loro bambini, lavavano i costumi, stendevano gli asciugamani e, probabilmente, preparavano da mangiare. Successivamente, la spiaggia ha iniziato a prendere forma diventando una vera e propria attività di accoglienza turistica.
La rustida come segno di riconoscenza verso i turisti
Il bagnino Massimo Angelini ricorda l’esperienza vissuta durante il fortunale che ha colpito Riccione l’8 giugno 1964 e l’aiuto ricevuto dai turisti in quella particolare occasione, celebrato ogni anno nella “Festa della Rustida”, uno degli appuntamenti più sentiti dalla città, istituita in ricordo di un grande gesto di solidarietà da parte dei turisti ospiti di Riccione, quando la furia devastante colpì la spiaggia e gli stabilimenti balneari, spazzati via dalla furia del vento e del mare in tempesta. Dopo soli due giorni, la spiaggia di Riccione tornò alla normalità, grazie all’operosità dei bagnini e dei gestori delle attività balneari, al prezioso sostegno di amici e turisti, tantissimi tedeschi, che li aiutarono nelle operazioni di ricostruzione.
Dal 2021, uno spazio di Villa Mussolini accoglie una sezione dell’Associazione per la candidatura Unesco - Centro di documentazione per la candidatura all’Unesco della spiaggia di Riccione come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità - diventando il luogo fisico dove studiare, raccogliere le testimonianze e mettere a disposizione della comunità questo sapere.
Definizione di Patrimonio culturale immateriale
Per “patrimonio culturale immateriale” - definisce il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica - “s’intendono le pratiche, rappresentazioni, espressioni, sapere e capacità, come pure gli strumenti, artefatti, oggetti, e spazi culturali associati, che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi anche i singoli individui, riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale. Ciò che rileva, in particolare, non è la singola manifestazione culturale in sé, ma il sapere e la conoscenza che vengono trasmessi di generazione in generazione e ricreati dalle comunità ed i gruppi in risposta al loro ambiente, all’interazione con la natura e alla loro storia. Il patrimonio immateriale garantisce un senso di identità e continuità ed incoraggia il rispetto per la diversità culturale, la creatività umana, lo sviluppo sostenibile, oltre che il rispetto reciproco tra le comunità stesse ed i soggetti coinvolti”.