Il Pd di Bellaria Igea Marina, ormai da anni confinato all'opposizione prima da Ceccarelli e poi da Giorgetti, sostiene senza mezzi termini che "tutti i nuovi stabilimenti legati al recente intervento pubblico del lungomare sono sottoposti a sequestro con chiusura delle cabine e dei servizi connessi per la mancanza di regolari autorizzazioni edilizie”. E chiama in causa per tutto questo l'amministrazione comunale. Immediata la replica.
"Troviamo assurda e inaccettabile -commentano dal Comune - la presa di posizione del Partito Democratico, impegnato oggi a far credere che il sequestro dei manufatti presso alcune strutture balneari sia conseguenza dell’azione, o di mancata azione, da parte dell’Amministrazione Comunale. Quella che ancora oggi è una forza di governo in molti territori, e che per tanto tempo lo è stata a Bellaria Igea Marina, non può “rimestar nell’acqua sporca” con tanta superficialità, tale da finire per essere irrispettosa verso quei privati che, loro malgrado, si trovano coinvolti. Se da un lato è bene ricordare quei concessionari che, muovendosi magari diversamente, sono riusciti a perfezionare i rispettivi iter senza incorrere in problemi analoghi, dall’altro ci rammarichiamo se il complesso percorso di raccolta di pareri e documenti di vario titolo possa avere, in altri casi, in qualche modo contribuito a produrre ritardi. Così come rispettosamente lasciamo all’autorità giudiziaria le questioni che ad essa competono. Nel nostro ruolo di amministratori, faremo tutto ciò che è possibile nel perimetro delle nostre competenze e nel rispetto dei ruoli, per contribuire alla soluzione di questo momento di impasse il prima possibile. Con la volontà, sempre e comunque, di essere dalla parte delle nostre famiglie e dei nostri imprenditori. Cosa di cui, ne siamo certi, i nostri operatori sono consapevoli, e che si è tradotta nell’intenso lavoro che tutta la macchina comunale ha prodotto negli ultimi mesi. A tal proposito lo diciamo chiaramente: tutte le istanze e i provvedimenti a carico del nostro Ente sono stati completati abbondantemente entro i termini di legge, senza portarli a scadenza e senza ricorrere al “silenzio assenso”.