I media diffondono le immagini, disatrose, di una Venezia offesa e violata da un'insolita acqua alta che ha creato, e ancora sta creando, danni incalcolabili e problemi enormi a tutti i cittadini e turisti. Nel nostro piccolo, se così si può dire, nemmeno la riviera adriatica sembra essere da meno con danni ingenti a seguito della forte mareggiata avvenuta. Il pomeriggio di ieri e la mattinata di oggi sono servite per avere un quadro attendibile dei danni subiti dalla marina di Rimini che, fin d’ora, paiono sicuramente ingenti per le strutture poste sull’arenile. E’ stata presa a campione la zona fra piazza Marvelli (ex Tripoli) e Piazzale Kennedy.
Il mare, penetrato con grande facilità all’interno, si è addirittura scavato un profondo percorso ben visibile nelle foto scattate stamattina e ha invaso tutto ciò che ha incontrato, trascinato mosconi, strutture ricreative, divelto pesanti passerelle in cemento, invaso con l’acqua salmastra cabine, bar, costruzioni di servizio. Ben visibile in alcuni punti il livello del mare che ha superato anche il mezzo metro d’altezza. L’allagamento e il successivo lento deflusso ancora in atto (ma si teme un nuovo peggioramento) hanno lasciato in dote una melma giallastra tenace e molto difficile da pulire e tanti rifiuti, specialmente di plastica, rispediti al mittente da un mare per troppo tempo sfruttato e offeso.
Occasioni come queste, che a detta di esperti si manifesteranno sempre più frequentemente e che non vorremmo mai ritrovarci a commentare, ci devono far riflettere ancora di più sull’emergenza climatica che stiamo vivendo e spingerci a trovare soluzioni urgenti che non possono più essere rimandate. Tutti dobbiamo fare la nostra parte e nessuno, in nessuna parte del mondo, ne è esente: a Rimini come a Venezia o altrove viviamo in un villaggio globale e la sorte di ognuno è quella dell’intera collettività.
Foto e testo di Davide Collini