Sarà il primo di questo tipo a tenere conto di spazi più ampi, in una logica di sicurezza di contrasto alla pandemia. Nascerà tra Spadarolo e Vergiano il primo centro sociale pensato già tenendo conto di spazi più ampi, in una logica di sicurezza e contrasto alla pandemia. L’idea è quella di un luogo in grado di favorire lo scambio fra generazioni e diverse fasce d’età, che faccia da collettore, supporto e promuova momenti ricreativi, culturali e percorsi tematici differenziati per tipologia di età ed interesse. Per realizzarlo la Giunta del Comune di Rimini ha appena approvato un progetto triennale da realizzare, tramite istruttoria pubblica, insieme a soggetti del terzo settore, e che prevede l’investimento di 45mila euro.
L’alto numero di spazi dedicati a finalità sociali rappresenta un patrimonio importante per il nostro territorio, perché consente di offrire servizi e opportunità in modo diffuso e capillare, di rispondere alle nuove esigenze ed ai nuovi bisogni sociali della popolazione in costante e veloce evoluzione. Negli ultimi anni, infatti, questi spazi sono cambiati radicalmente. Da luoghi deputati principalmente ad affrontare situazioni di difficoltà e marginalità sono diventati ora degli incubatori di attività multidisciplinari, spazi di promozione del benessere e dell’agio che riescono ad intrattenere e a promuovere gli interessi delle differenti fasce della popolazione che in quei luoghi riesce ad esprimere la propria creatività, coltivare passioni, condividere idee ed esperienze.
Ad oggi, nel territorio di Spadarolo e Vergiano, uno spazio di questo tipo manca. Per questo nel progetto è previsto un centro sociale polifunzionale in grado di controbilanciare l’assenza di poli d’interesse e di incontro per la popolazione residente che ha visto accrescere,di pari passo agli obblighi di contenimento degli spostamenti imposti dall’emergenza sanitaria, criticità soprattutto nella fascia di popolazione più anziana, ma non solo. Un luogo ricreativo di incontro, di promozione culturale, di scambio intergenerazionale, che oggi non c’è, e che la Giunta vuole realizzare con un progetto almeno triennale di gestione insieme al terzo settore.