Un decreto del 2001 che oggi, in piena fase 2 ed all’inizio della fase 3, risulta di grande attualità: si tratta del Decreto Legislativo 231/2001, il primo a prevedere nell’ordinamento italiano la responsabilità amministrativa delle aziende per reati posti in essere da Amministratori, Dirigenti e Dipendenti operando nell'interesse dell'azienda stessa.
L’idea di affrontare l’argomento davanti al pubblico nasce a Rimini dalla sinergia di tre professionisti: l’Avvocato Civilista Massimo Borghesi (nella foto), il collega Penalista Piergiorgio Tiraferri ed il Professor Carlo Berti dell’Università di Bologna. Lo faranno con un webinar in diretta, giovedì 18 giugno alle ore 21. L’obiettivo è quello di far capire a chi vanta la rappresentanza legale di un’impresa quanto sia concreto il rischio in caso di reati commessi da amministratori, manager ed impiegati in materia di sicurezza dei lavoratori, tema molto forte in emergenza sanitaria, ma anche di tutela dell’ambiente, crimini informatici e false comunicazioni societarie ed altri reati di una lunga lista, eventualità non remote in periodi di crisi come quella attuale in cui potrebbe essere alto il rischio che i vertici aziendali assumano decisioni poco trasparenti al fine di occultare lo stato di dissesto o insolvenza.
“Desideriamo creare consapevolezza negli imprenditori, troppo spesso ignari dei rischi che corrono” perentorio Massimo Borghesi sul tema “Vogliamo, inoltre, mostrare come una gestione aziendale trasparente e corretta, maggiore chiarezza organizzativa e bilanciamento tra poteri e responsabilità siano le basi per un valido approccio a questa norma nata, si badi bene, per prevenire i reati e non per punire le aziende con sanzioni anche molto pesanti. Questo è solo l’effetto che purtroppo però si può riscontrare nella mancata adozione degli specifici accorgimenti previsti dalla legge”. Gli fa eco Carlo Berti: “si parla quotidianamente di infortunio sul lavoro, ma troppo spesso si tralascia il fatto che si tratti di un reato di cui risponde oltre al datore di lavoro anche l’azienda come soggetto autonomo quando, per esempio, la stessa ha limitato gli investimenti in sicurezza”.
Concetto ampio quello di sicurezza che nel luogo di lavoro, oggi, include anche l’informatica: con l’avvento del lavoro agile, in modalità smart working, potrebbe infatti aumentare in modo esponenziale il rischio che i vertici dell’impresa possano perdere il controllo rispetto all’agire dei propri dipendenti e trovarsi a rispondere in materia di responsabilità amministrativa. E per non farsi trarre in inganno dall’aggettivo “amministrativa” Piergiorgio Tiraferri ricorda che “si tratta di un procedimento penale a tutti gli effetti. L’elenco dei reati che possono originare la responsabilità delle aziende è in continuo aggiornamento e ampliamento; un rischio notevole che può costare all’azienda multe fino a 1.500.000 €e sospensione della licenza fino a 24 mesi, senza contare i danni di immagine di un simile procedimento reso pubblico”.
Ai tre professionisti romagnoli l’onere di spiegare al pubblico come operare definendo un sistema organizzativo, di gestione e controllo interno all’azienda tale da contrastare tutti questi reati e suggerendo una migliore cultura dei rischi e dei controlli sulle operazioni di business e di supporto in azienda. La diretta sarà gratuita previa registrazione proprio per aiutare il maggior numero di imprenditori a non improvvisarsi tali e a non farsi trovare impreparati davanti al rischio concreto di una norma che, sebbene del 2001, acquisisce oggi una chiave di lettura nuova, al centro dell’epoca post Covid.