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Cronaca 14:11 | 15/03/2021 - Rimini

Un incubo per moglie e figli, l'odissea finisce con lui ai Casetti

Alle ore 21:15 di sabato una donna ha segnalato al 112 NUE di temere che il marito potesse far male a lei e ai figli, in quanto era stata dallo stesso minacciata di morte.   Due volanti si sono immediatamente recate presso il residence, sito in Viale Siracusa, oggetto dell’intervento. Appena i poliziotti sono entrati nell’appartamento il marito della donna, un 36enne albanese, ha subito denotato avere un atteggiamento ostico ed intimidatorio nei confronti della moglie, una 30enne albanese, cercando di zittirla e sopraffarla, impedendole di avere un contatto diretto con gli operatori.  La donna, visibilmente scossa e provata, per contro, cercava sempre un contatto visivo con i poliziotti, dando ad intendere che volesse avere un colloquio riservato, al fine di poter parlare liberamente e riferire quanto accadeva ormai da mesi, portando a conoscenza dei poliziotti la sua reale condizione di vita.

Da accertamenti più approfonditi è emerso che al culmine dell’ennesima lite la donna era stata minacciata di morte, alla presenza dei figli di 7 e 4 anni, mentre veniva trattenuta con forza dal marito che le appoggiava una grossa mannaia da macellaio al collo e minacciandola di essere  bruciata viva. La 30enne, sentendosi ormai al sicuro, rappresentava come tali episodi, da mesi, avvenivano con frequenza, ed in molte occasioni veniva malmenata dal marito, il quale in un episodio risalente a pochi giorni prima, aveva tentato di strangolarla davanti ai figli. La donna riferiva di non aver mai denunciato tali atti, temendo per la propria incolumità e per quella dei bambini. La stessa aggiungeva, inoltre, che il marito era solito trascorrere la notte fuori casa, in compagnia di altre donne, facendo uso di sostanze stupefacenti. Inoltre, al rientro la mattina, l’uomo non esitava ad usare violenza anche nei confronti dei figli, qualora quest’ultimi non lo facessero dormire.

La donna, esasperata dalla situazione in cui stava vivendo, non sapendo come poter mettere fine a tali episodi di estrema violenza fisica, che la costringevano ad una condizione di perenne angoscia e sudditanza psicologica, non ha visto altra soluzione che rivolgersi alla Polizia di Stato.  Ad avvalorare quanto riferito dalla donna vi sono stati anche i vicini di casa, che hanno confermato la situazione di estrema sottomissione fisica e psicologica a cui era sottoposta la donna da mesi.  La giovane, convinta dai poliziotti e terrorizzata dal fatto che il loro intervento potesse scaturire nel marito un ulteriore raptus di violenza nei suoi confronti e nei confronti dei bimbi, accettava volentieri di poter trascorrere la notte, ed eventualmente i giorni seguenti, da un parente.

All’interno dell’appartamento, mentre la donna preparava i suoi effetti personali, alla presenza dei poliziotti, il marito pronunciava una frase in lingua albanese nei confronti della 30enne, la quale, interrogata sul significato, traduceva in: ”Ti brucio viva!”. Allo stesso tempo i poliziotti notavano che, sul pianale della cucina, era ancora presente la mannaia, descritta poco prima dalla vittima come l’arnese con cui in precedenza era stata minacciata.

Mentre la donna si trovava sul ciglio della porta, in procinto di allontanarsi unitamente ai figli, il 36enne, repentinamente estraeva da una tasca, utilizzando la mano destra, un coltellino a scatto, della lunghezza complessiva di centimetri 15 e avente lama di centimetri 6,5, con il quale, con uno scatto fulmineo, tentava di colpire la donna allo stomaco con il chiaro intento di palesare materialmente le minacce di morte proferite nei suoi confronti sino ad allora.

Solo il repentino intervento dei poliziotti, che si frapponevamo fra le parti, bloccando il polso dell’aggressore, riusciva a scongiurare il peggio nonostante l’uomo opponesse una strenua resistenza, cercando di divincolarsi sgomitando e calciando i poliziotti, tentando di utilizzare il coltello nei loro confronti, senza riuscirvi.

Il 36enne pertanto, una volta disarmato ed immobilizzato con non poca fatica dagli operanti, veniva posto in sicurezza. Addosso all’uomo sono stati rinvenuti e sequestrati 5 gr di hashish 1 gr di marijuana, e per tale detenzione è stato sanzionato quale assuntore di sostanza stupefacente.    Il 36enne albanese, irregolare sul territorio italiano e privo di precedenti, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale e accompagnato presso la locale casa circondariale (nella foto) ieri mattina.