Sollecitati da un gruppo di residenti, i candidati per il Consiglio comunale Francesca Gorini e Filippo Zilli, si sono recati nel cosiddetto “quartiere Africano di Viserba” - quadrilatero compreso tra le vie Milano, Comacchio, Piacenza e Botteghi - dove le strutture “turistiche” Residence Maxime e Hotel Corallo si sono trasformate in centri accoglienza migranti. "Due strutture - si legge in una nota - dove da oramai 6 anni regna lo sbando, situate a soli 50 metri dal mare, in piena zona turistica ed al recentemente pedonalizzato ed inaugurato parco del mare nord. Una zona, una volta tranquilla e residenziale, con strutture alberghiere caratteristiche e di pregio, oggi completamente abbandonata dall'amministrazione che ha sempre negato ai residenti e imprenditori ascolto e sostegno, nonostante i ripetuti esposti presentati, di cui il primo nel 2017 e l’ultimo pochi giorni fa; che non sta facendo altro che allontanare i proprietari delle abitazioni, non più tranquilli nel viversi la propria casa estiva, i turisti dalle strutture adiacenti, che lamentano il disagio, e svalutare gli alberghi vicini. Non è più accettabile - si prosegue - che residenti e turisti siano costretti a subire dagli “ospiti” delle strutture, insulti, minacce, incuria, bivacchi e schiamazzi ad ogni ora del giorno e della notte. Troppe le situazioni controverse, di degrado, spaccio, disturbo della quiete pubblica e quant’altro, tutte testimoniate dalle foto riportate. I viserbesi chiedono venga dato loro ascolto, che venga preso in considerazione il loro diritto a vivere in sicurezza, in condizioni igienico sanitarie adeguate e che venga predisposto lo spostamento, delle strutture di accoglienza di questo genere, in zone periferiche della città o quantomeno che sia prevista una rotazione fra quartieri diversi. L’amministrazione comunale non può permettere ai privati di locare queste strutture indisturbatamente, soprattutto in piena fascia turistica, senza che le associazioni o gli enti coinvolti e responsabili di questi “ospiti”, non esercitino un serio programma di controllo, finalizzato al rispetto delle regole - del quieto e civile vivere – ed un serio progetto di integrazione, secondo i nostri costumi, modi e abitudini. L’amministrazione, insieme a Prefettura, Questura ed alle associazioni coinvolte - si conclude - devono vigilare sul rispetto delle regole e devono disporre un regolamento che non permetta a queste strutture, localizzate nelle fasce turistiche della nostra città, di trasformarsi in centri accoglienza totalmente allo sbando".
Cronaca
12:54 - Romagna