Urbanistica ed edilizia privata: temi caldi in questi giorni a Bellaria Igea Marina. Talmente caldi da coinvolgere addirittura il primo cittadino e a divenire argomenti di pubblico chiarimento in sede di conferenza stampa da parte di assessore, capigruppo e gruppi consiliari di maggioranza.
"Intendiamo intervenire - si legge in una nota diffusa sull'argomento - circa alcune questioni di edilizia privata ed urbanistica, che hanno interessato la cronaca locale negli ultimi giorni. In sede di premessa, intendiamo anzitutto condannare con forza i toni e contenuti che, ormai quotidianamente, travolgono il dibattito pubblico, in uno scenario che vede progressivamente sfumare anche i preziosi confini tra informazione autorevole e qualificata da un lato, e baruffa politica da social network dall’altro: riteniamo che i toni e i contenuti letti in questi giorni trascendano il normale, legittimo ed imprescindibile confronto politico tra le parti, per sfociare ormai quotidianamente nell’aggressione alle persone e alle famiglie. La polemica alimentata, negli scorsi giorni, riguardo al chiosco riconducibile alla famiglia del Sindaco è uno spaccato del clima politico ormai raggiunto a Bellaria Igea Marina: un clima fatto di sospetti gratuiti, dati in pasto all’opinione pubblica attraverso millanterie e mezze verità.
Un po’ di chiarezza è d’obbligo. La proprietà del chiosco, interessata a regolarizzare la struttura, ha presentato la propria istanza all’Ufficio Tecnico comunale, che come da prassi si è rivolto alla Sovrintendenza per le valutazioni di sua competenza. Avendo ricevuto non un parere contrario ma il diniego a prendere in esame la pratica del chiosco, gli uffici hanno proceduto al cosiddetto ricorso gerarchico finalizzato ad ottenere dal Ministero un chiarimento sulle procedure adottate dal Comune e non riconosciute dalla Sovrintendenza: un’azione, questa, di competenza esclusiva dell’Ufficio Tecnico comunale. Tanto più che, per avvallare le procedure ed il ricorso stesso, gli uffici si sono avvalsi di una circolare esplicativa del Ministero, chiedendo in maniera trasparente il ‘via libera’ all’Amministrazione: da qui, la delibera di cui tanto si è parlato.
Il Comune ha espletato un provvedimento al posto della proprietà? No. Il Comune ha trattato, anche in un solo aspetto della vicenda, il chiosco in maniera diversa da situazioni analoghe? No. Semmai, la particolarità della situazione potrà essere prezioso apripista per posizioni analoghe rispetto alle quali la condotta degli uffici rimarrà esattamente la stessa. Le inesattezze affidate alla stampa avevano l’intento preciso di alludere a un ‘trattamento speciale’ per il Sindaco: non solo le smentiamo fatti alla mano, ma riteniamo meritevole di sottolineatura la volontà di regolarizzare la propria posizione senza scorciatoie o sotterfugi.
Vorremmo inoltre intervenire sull’ex parco Aquabell. Gli strali di questi giorni assomigliano in tutto e per tutto alla disinformazione fatta sulla chiusura del contenzioso con l’ex concessionario dell’area destinata al porto turistico. In quel caso abbiamo letto di un porto turistico che non si farà mai, di colate di cemento e di un contenzioso che aveva visto soccombere il Comune, ignorando i contorni reali dell’accordo; nel caso di Aquabell, analogamente, si parla delle massime potenzialità edificatorie dell’area ignorando l’insieme di condizioni necessarie affinchè esse si concretizzino.
Eventuali interventi nella zona, infatti, proprio come previsto dal nostro Piano Strutturale Comunale, dovranno essere avvallati dal Consiglio Comunale a fronte del beneficio pubblico che la proprietà proporrà al Comune e a tutta la collettività. La cosiddetta contropartita, che, quanto meno oggi, non sussiste in ragione di un accordo (quello noto e che coinvolge il Palacongressi) che non è ancora giunto a perfezionamento.
L'automatismo della colata di cemento che si vuol far intendere non esiste, come dovrebbe ben sapere chi magari ha amministrato in passato il Comune. Pensiamo piuttosto alle altre colate di cemento, quelle piovute su Bellaria Igea Marina negli anni Novanta e Duemila, che hanno imbottito la città di residenziale senza i necessari servizi e, soprattutto, producendo contropartite economiche che gli amministratori di allora non hanno voluto o saputo tradurre in strutture funzionali ed opere strategiche per tutta la cittadinanza".