Nel 2023 ricorrono i cento anni dalla nascita di Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985).
Nel 1972 viene pubblicato il libro "Le città invisibili" in cui Marco Polo, ospite del Kublai Khan, descrive all'imperatore dei tartari, le città dell'impero da lui visitate.
Le città narrate sono 55 e tutte hanno un nome di donna. La mostra ne presenta otto viste dallo sguardo di Marco Caroli. Troveremo in questo viaggio, città dal sapore esotico e levantino ma anche modernamente attuali nella loro abitudini schizofreniche Città dove si mescolano l'eccitazione della scoperta e la malinconia della partenza.
Marco Caroli, l'autore dei quadri, è artista autodidatta. Affianca questa sua passione/hobby, alla professione di medico che esercita a Gradara.
Spiega Caroli: "Alcuni anni fa, l'ennesima lettura del libro ha aperto uno squarcio visionario su alcuni capitoli del libro. Sono così nati, nell'arco di alcuni mesi, 7 quadri ispirati ad altrettante città del libro. I riferimenti dei quadri alle città sono il più delle volte ben intellegibili, o perché riportano chiaramente il nome della città stessa o per chiari dettagli iconografici. I quadri inoltre sono infarciti di citazioni a opere pittoriche e fotografiche, antiche e moderne, più o meno note che invito il visitatore a ricercare nei quadri. Sarà divertente. A questi 7 lavori si aggiunge "Babele oggi", opera realizzata alcuni anni prima, in tempi non sospetti ma che, con il senno di poi, mi è sembrato un perfetto contenitore/sintesi del concept successivamente sviluppato".
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Città invisibili? Forse no. Nonostante il titolo, pagina dopo pagina, si evince che le città narrate da Italo Calvino (alias Marco Polo) sono tutt'altro che invisibili: casomai fantastiche, immaginifiche, visionarie tanto che, ad un certo punto, il Kublai dice a Marco Polo: "Non so quando hai avuto il tempo di visitare tutti i paesi che mi descrivi. A me sembra che tu non ti sia mai mosso da questo giardino".
Ma poco importa. Italo Calvino raccoglie la sfida di questo possibile millantatore anzi, rilancia e si prende l'onere di dare una forma, una struttura geografica, urbanistica e architettonica ma anche un'anima alle città invisibili. Di Più, va oltre e le riempie di vizi, virtù, di sentimenti e di vita. E ancora una volta è il Kublai che scopre il gioco: "Questo volevo da te: confessa cosa contrabbandi: stati d'animo, stati di grazia, elegie".
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