Sono stati 167 le e gli studenti che l'amministrazione comunale di Rimini ha invitato e premiato ieri sera, nella cornice dell'arena Francesca da Rimini, all’interno della “Cerimonia dei traguardi”. Una nuova concezione, inaugurata l’anno scorso, per quella che era già conosciuta negli anni precedenti come “cerimonia dei cento”, facendo riferimento al voto massimo ottenuto nell’esame di maturità. Il traguardo non è più solo il voto, ma l’impegno per completare il percorso, e per questo ad essere premiati non sono solo coloro che hanno ottenuto 100, ma anche tutti quelli hanno dimostrato un particolare impegno, nonostante condizioni non sempre facili, individuati dai singoli istituti. Alla cerimonia ha assistito e partecipato anche il Vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi.
“Il Comune di Rimini – ha spiegato la Vicesindaca di Rimini, Chiara Bellini, nel corso della cerimonia - ha voluto chiamare questa ricorrenza “cerimonia dei traguardi”, perché riteniamo che il risultato principale da festeggiare non sia tanto quello ottenuto nelle valutazioni, sebbene importante, bensì il superamento di una prova che segnerà, più complessivamente, il vostro percorso scolastico, formativo e di vita. La vostra crescita e il percorso, però, non si fermano certo qui. Anzi, questa è una conclusione ma anche un inizio. Avete superato una prova importante, ma altre nella vita inizieranno già a breve. Il traguardo di ognuno di voi è stato possibile anche grazie ai traguardi dei vostri compagni e compagne, dei vostri insegnanti, è stato reso possibile insieme. Le tue capacità non serviranno solo a te stesso ma anche alla comunità in cui crescerai e nella quale vivrai. Voi siete infatti già i cittadini della Rimini del presente, ma ancor più rappresentate la Rimini del futuro. A molte e molti studenti è stato chiesto che cosa ricordassero in modo più vivido dei cinque anni di scuola passati, e la maggior parte di loro ha risposto facendo riferimento alle relazioni: le amicizie speciali con alcuni compagni e compagne, le relazioni con alcuni e alcune insegnanti. Ciò significa che è proprio la parte più ‘umana’ ed ‘emotiva’ di noi quella che resta. Le nozioni, la formazione, l’istruzione saranno fondamentali per voi e per il vostro lavoro, ma saranno le relazioni a fare di voi una persona più appagata e felice, e dunque più disposta a creare un senso di comunità collettiva. L’ultimo augurio è proprio questo: continuate a coltivare le relazioni e non stancatevi mai di camminare guardando in avanti, ma tenendo sempre per mano chi avrete al vostro fianco".