Con “Le cose di Sigismondo", l’inventario dei beni del castello redatto da Isotta il 13 ottobre 1468, si avviano a conclusione, nel 550° anniversario della morte, le celebrazioni di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Ad aprire il velo su una parte più intima e meno conosciuta di colui che fu Signore di Rimini e indiscusso protagonista del Rinascimento sarà d’aiuto l’inventario dei beni mobili di Castel Sismondo redatto dalla vedova di Sigismondo, Isotta degli Atti, a soli quattro giorni dalla morte di quest’ultimo avvenuta il 9 ottobre 1468. Il restauro del prezioso documento, promosso dal Lions club Rimini-Riccione Host, sarà presentato al pubblico nel corso dell’incontro organizzato dal Comune di Rimini nel pomeriggio di oggi, alle ore 18 nel Museo della Città di via Tonini. Delle vicende e dei contenuti parleranno Gianluca Braschi, direttore dell’Archivio di Stato di Rimini, Oreste Delucca, Valerio Bruno, restauratore. Un momento che meglio non poteva concludere le celebrazioni Malatestiane che con decine di iniziative hanno preso avvio il 19 giugno 2017, 600° anniversario della nascita, e che ha avuto un preludio nella mattinata di oggi con un momento celebrativo quando un cavallo senza cavalcatura ma tenuto per le redini è partito da Castel Sismondo seguito da due ricostruttori della Compagnia di San Martino in abito storico, per giungere fino al Tempio Malatestiano e deporre, in omaggio a colui che fu e continua ad essere una figura centrale della storia della Città, una corona sul sepolcro di Sigismondo Pandolfo. Dell'inventario si tratterà anche nella giornata di studi del Festival del Mondo Antico dedicata a “Sigismondo Malatesta fra Occidente e Oriente” che avrà luogo sabato 13 ottobre, esattamente a distanza di 550 anni dalla data di redazione dell’inventario di Castel Sismondo. L’inventario di Sigismondo rimarrà in esposizione nella sala del Bellini del Museo della Città fino al 25 novembre 2018.
(Fotogallery Davide Collini)