Quattro secoli e li mostra. La Biblioteca Gambalunga compirà quattrocento anni nel 2019, ma è stato nel 1617 che il giureconsulto riminese Alessandro Gambalunga, un generoso e colto mecenate, escluso dal Consiglio comunale perché non appartenente alla nobiltà di sangue, con testamento lasciò a Rimini, la città in cui i suoi avi erano immigrati, la biblioteca e l’austero ed elegante Palazzo: luogo di cultura e di incontro di letterati, artisti, musicisti.
Sabato 16 dicembre, alle ore 16, per “dare memoria” al valore culturale della nascita della Gambalunga, nelle splendide Sale Antiche della Biblioteca Gambalunga, lo storico contemporaneista Roberto Balzani, presidente dell’Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, e Maria Bettetini docente di Storia della filosofia dell’Università Iulm di Milano, converseranno sul tema Le biblioteche non sono innocue. Un titolo scelto per provocare l’attenzione, poiché le biblioteche nel nostro Paese non godono di buona salute, appartenendo a quei beni che non hanno mercato, ma il cui ruolo è fondamentale per l’esercizio dei diritti di cittadinanza, per assicurare il pieno sviluppo della persona umana, e garantire la realizzazione di un’uguaglianza sostanziale. Oggi che siamo nell’epoca della “terza rivoluzione del libro”, ovvero della sua smaterializzazione, parlare di biblioteche è divenuto inattuale, ma parlare di libri e biblioteche è una via di accesso alla storia del pensiero e delle idee.
La Biblioteca Gambalunga è stata la prima biblioteca pubblica e civica aperta in Italia. Altre furono le biblioteche che nel Seicento cardinali e patrizi aprirono al “pubblico”, ma Alessandro Gambalunga, nato nel 1564, lo stesso anno di Galileo Galilei, fu il primo laico a donare e affidare alla gestione civica la sua biblioteca, per assicurarne la conservazione e garantirne la più ampia fruibilità. Un gesto munifico, testimonianza di un’attenzione per il bene pubblico, della fiducia nell’uomo e nella capacità di riscatto della cultura, il cui valore etico e politico mantiene intatta la sua lezione per la contemporaneità. La Biblioteca Gambalunga, dopo aver attraversato le intemperie della storia, i suoi massacri, i suoi tempi silenziosi e inerti, e quelli burrascosi e distruttivi, i vertiginosi cambiamenti tecnologici, è approdata nel XXI secolo grazie alla sua anima antica divenuta multidimensionale.
Oggi la Biblioteca Gambalunga, oltre a essere prezioso scrigno di bellezza e saperi antichi racchiusi nelle sue Sale storiche come quella del Seicento e del Settecento è divenuta un’importante biblioteca multimediale che accede a oltre 3 milioni di libri, oggetti digitali, collezioni iconografiche e banche dati. Possiede oltre 325.000 volumi di cui circa 60.000 antichi (382 gli incunaboli, 5.000 le Cinquecentine), 1.350 codici, 6.000 stampe, 3.000 periodici (di cui 200 in corso), circa 12.000 film, oltre 7.000 incisioni e disegni, più di un milione le fotografie. I suoi spazi sono frequentati annualmente da oltre 150.000 studiosi. Alla condivisione di una concezione della cultura come fonte strategica per la qualità della vita dei cittadini, si ispira la collaborazione pubblico-privato, che attraverso Art Bonus si è tradotta nel 2017 nel sostegno alle iniziative culturali della Gambalunghiana da parte del Gruppo SGR e nel contributo per l’acquisto dei libri da parte del Gruppo Maggioli.
Per documentare la Sale storiche Gambalunghiane, definite da Rai letteratura “una delizia per lo sguardo e una ricchezza per lo spirito”, e per introdurre gli utenti ai servizi della biblioteca, grazie al sostegno del Gruppo SGR sono state pubblicate due piccole, ma preziose guide, e un nuovo logo che accompagnerà le “relazioni esterne” gambalunghiane nel prossimo biennio. A tutti i partecipanti ne verrà fatto dono.