Anche nel 2024 tornano a Rimini le giornate dedicate al cinema e alla sua industria. Dal 2 al 5 maggio la città si animerà con gli eventi della VI edizione de La Settima Arte Cinema e Industria, la manifestazione organizzata da Confindustria Romagna e Università di Bologna – Dipartimento delle Arti, in collaborazione con il Comune di Rimini, che offre l’opportunità di conoscere e approfondire come nascono e si creano i film e le produzioni audiovisive.
Un programma con tanti appuntamenti gratuiti che nell’anno della candidatura di Rimini-Romagna a capitale della cultura 2026, conferma l’obiettivo della manifestazione portato avanti dalla nascita del progetto: creare un’occasione di incontro e crescita culturale di tutto il territorio promuovendo e diffondendo i valori dell’industria del cinema.
Saremo nelle sale cinematografiche e in vari luoghi della città con proiezioni e anteprime, masterclass, presentazioni di libri, momenti formativi e la cerimonia di consegna del premio “Cinema e Industria”, assegnato da una giuria di esperti presieduta dal celebre regista Pupi Avati e che si terrà sabato 4 maggio al teatro Galli di Rimini.
“Conoscenza e crescita culturale sono leve per la crescita economica di un territorio – dice Alessandro Pesaresi Presidente della delegazione territoriale di Rimini di Confindustria Romagna – Con La Settima Arte Cinema e Industria come imprese vogliamo creare l’opportunità di incontrarsi e dialogare nella convinzione che Rimini e la Romagna siano la location ideale per la nascita e lo sviluppo di idee e progetti culturali di respiro internazionale”.
"La nuova edizione - sottolinea Roy Menarini Direttore Artistico La Settima Arte-Cinema e Industria e Docente "Cinema e industria culturale" Università di Bologna - intende esplorare con sempre maggior ambizione la filiera del cinema attraverso incontri, convegni, premi e proiezioni, consapevoli che l'arte dell'immagine in movimento si nutre della creatività e della competenza di tanti professionisti. Gli stessi che magari oggi sono ancora sui banchi dell'Università e che un giorno entreranno in questa industria culturale”.
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