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Cultura 15:02 | 01/06/2023 - Rimini

La “macchina dei sogni” curata dagli studenti del corso “operatori grafici” dell’Enaip “Zavatta” inaugurata all’ala moderna del museo

Una macchina apparentemente come tante altre, con l’unica differenza che nelle bottiglie che escono una volta inserita la moneta, si trovano aforismi, scritti, poesie e disegni pensati e realizzati dalle studentesse e dagli studenti del corso per “operatori grafici” della Fondazione Enaip Zavatta di Rimini.
Sono stati proprio loro oggi i protagonisti, insieme ai loro insegnanti, della presentazione della “macchina dei sogni”, posizionata nell’ala moderna del museo della città e, da oggi, fruibile per i turisti e i riminesi. A fare gli onori di casa la vicesindaca con delega alle politiche educative, Chiara Bellini e il direttore dei musei di Rimini, Giovanni Sassu presenti insieme al presidente della Fondazione Enaip Zavatta, Vittorio Betti.

“Bottigliette riciclate che una volta aperte mettono in contatto chi la riceve con i nostri sogni, i nostri pensieri, paure e sogni. l’idea ci è venuta guardando una vecchia macchina automatica inutilizzata, di quelle che distribuiscono bottigliette di acqua e bibite - spiegano le studentesse e gli studenti del corso “Operatori grafici” dell’Enaip Zavatta di Rimini – abbiamo pensato che la nostra scuola possa rinnovarsi anche nel modo di proporsi all’esterno, facendo conoscere il Centro Zavatta a tutti, abbattendo gli stereotipi che vedono il nostro come un contesto esclusivamente “pratico”, sottovalutandone la portata umanistica, artistica e relazionale. Noi siamo più di quel che si vede, noi siamo sorprendenti”.

“Ho conosciuto queste ragazze e ragazzi l’anno scorso – ha spiegato la vicesindaca Bellini – e mi sono innamorata di questo progetto che, dalla concezione alla sua realizzazione concretizza un tema a me molto caro. Parlo della scuola come luogo della creatività, del benessere e dell’ascolto, del sentirsi apprezzati nella propria diversità e particolarità. In queste bottiglie ogni ragazza e ragazzo si presenta per come è, con la propria sensibilità. Ho pensato che questa bella esperienza potesse e dovesse diventare un patrimonio di tutta la città, e cosi l’ho proposto al direttore Sassu, che ha subito accettato con entusiasmo e dato la sua disponibilità, per cui lo ringraziamo. Ho letto negli occhi di queste studentesse e degli studenti la soddisfazione nel vedere il frutto del loro lavoro posizionato in uno dei luoghi più importante della nostra città, il giusto riconoscimento al loro lavoro e alla loro passione”.