Una macchina apparentemente come tante altre, con l’unica differenza che nelle bottiglie che escono una volta inserita la moneta, si trovano aforismi, scritti, poesie e disegni pensati e realizzati dalle studentesse e dagli studenti del corso per “operatori grafici” della Fondazione Enaip Zavatta di Rimini.
Sono stati proprio loro oggi i protagonisti, insieme ai loro insegnanti, della presentazione della “macchina dei sogni”, posizionata nell’ala moderna del museo della città e, da oggi, fruibile per i turisti e i riminesi. A fare gli onori di casa la vicesindaca con delega alle politiche educative, Chiara Bellini e il direttore dei musei di Rimini, Giovanni Sassu presenti insieme al presidente della Fondazione Enaip Zavatta, Vittorio Betti.
“Bottigliette riciclate che una volta aperte mettono in contatto chi la riceve con i nostri sogni, i nostri pensieri, paure e sogni. l’idea ci è venuta guardando una vecchia macchina automatica inutilizzata, di quelle che distribuiscono bottigliette di acqua e bibite - spiegano le studentesse e gli studenti del corso “Operatori grafici” dell’Enaip Zavatta di Rimini – abbiamo pensato che la nostra scuola possa rinnovarsi anche nel modo di proporsi all’esterno, facendo conoscere il Centro Zavatta a tutti, abbattendo gli stereotipi che vedono il nostro come un contesto esclusivamente “pratico”, sottovalutandone la portata umanistica, artistica e relazionale. Noi siamo più di quel che si vede, noi siamo sorprendenti”.
“Ho conosciuto queste ragazze e ragazzi l’anno scorso – ha spiegato la vicesindaca Bellini – e mi sono innamorata di questo progetto che, dalla concezione alla sua realizzazione concretizza un tema a me molto caro. Parlo della scuola come luogo della creatività, del benessere e dell’ascolto, del sentirsi apprezzati nella propria diversità e particolarità. In queste bottiglie ogni ragazza e ragazzo si presenta per come è, con la propria sensibilità. Ho pensato che questa bella esperienza potesse e dovesse diventare un patrimonio di tutta la città, e cosi l’ho proposto al direttore Sassu, che ha subito accettato con entusiasmo e dato la sua disponibilità, per cui lo ringraziamo. Ho letto negli occhi di queste studentesse e degli studenti la soddisfazione nel vedere il frutto del loro lavoro posizionato in uno dei luoghi più importante della nostra città, il giusto riconoscimento al loro lavoro e alla loro passione”.