Classi trasformate in set cinematografici, bimbe che diventano attrici e si trasformano in Gelsomina, in truccatrici o scenografe, bimbi travestiti da Zampanò oppure impegnati dietro alla cinepresa o nella fotografia. Un progetto lungo e durato mesi, coinvolgendo più di duecento studenti, e che ha visto questa mattina nella scuola Montessori di via Cuneo un importante momento conclusivo di consegna.
Quello di oggi è stato infatti un modo diverso, creativo e partecipato per festeggiare la giornata internazionale dell’infanzia. La data, simbolicamente, è stata scelta dall’Amministrazione comunale di Rimini (rappresentata dalla Vicesindaca Chiara Bellini, con la presenza di Marco Leonetti, direttore del Fellini Museum) come prima consegna dell’albo “Gelsomina e il tamburo magico”, che i bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado Alighieri, Fermi e Marvelli di Rimini hanno scritto e disegnato.
La pubblicazione è solo l’ultimo passaggio di un progetto pluriennale, che che i bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado Alighieri, Fermi e Marvelli di Rimini hanno scritto e disegnato come una delle azioni didattiche coordinate da Associazione Arcobaleno e Arci Rimini/Cesena in collaborazione con il Comune di Rimini e promosse nell’ambito del progetto Rete CEET - Cultura, Educazione, Empowerment, Territorio. Un progetto che ha visto diverse fasi, dai laboratori in classe all visita alla sede del Palazzo del Fulgor del Fellini Museum, con l’uso delle moviole e la visione al cinemino di alcune sequenze di film, ha permesso ai giovani visitatori di avvicinare l’opera di Fellini e conoscerne alcuni personaggi, in particolare Gelsomina, Zampanò e il Matto de La strada. Da quell’incontro è stato avviato un percorso che si è concluso con la pubblicazione di un racconto per immagini, in cui la poesia delle figure felliniane ha acceso la creatività dei bambini.
Il 2023 è un anno speciale per il numero di anniversari felliniani: dai 70 anni de I vitelloni a 60 di 8½, dai 50 di Amarcord a 40 di E la nave va fino ai 30 dell’Oscar alla carriera e della scomparsa del regista. Una filmografia entrata a far parte del Dna di Rimini: lavorare su questi anniversari significa anche riflettere sull’immaginario della città attraverso gli occhi del suo futuro.