Undici giorni di intensa programmazione, un'opera corale che accorcia le distanze tra teatro, arte, cinema, musica, letteratura e antropologia. E' lo spirito del Santarcangelo Festival 2050, "Futuro Fantastico (II movimento)-Festival multiforme di meduse, cyborg e specie compagne", in scena dall'8 al 18 luglio a Santarcangelo. Sarà l'ultimo atto del cinquantenario della più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea, iniziato a luglio 2020, e per l'ultima volta vedrà alla direzione artistica Enrico Casagrande e Daniela Nicolò di Motus.
Il programma sarà articolato in capitoli tematici, a cominciare proprio dal Cinquantennale, che prevede tra l'altro la proiezione di un documentario che porterà alla luce materiali inediti del Festival, mentre la Galleria dell'Immagine dell'assessorato alla cultura del Comune di Rimini ospiterà la mostra fotografica 'Santarcangelo '80 Revisited', a cura di Uliano Lucas. 'Bestiari fantastici' accoglierà artiste provenienti perlopiù da America Latina, Africa e Asia: il visual è uno still dal video 'Signals from future' dell'artista taiwanese Betty Apple, prodotto da un programma di intelligenza artificiale che altera il suo volto, incrociandolo con altri visi umani e animali. 'Interzone' comprenderà progetti che ibridano forme e codici differenti, "generando opere eclettiche e irregolari", 'Begin anywhere' - definito un "atto politico di supporto a quella sfera del comparto artistico fortemente colpita dagli effetti della pandemia" - accoglierà in una sezione speciale giovani artisti che avrebbero dovuto essere in scena a dicembre 2020 e che presenteranno dal vivo spettacoli e interventi site specific.
In programma anche progetti speciali, come un progetto di formazione e ricerca che comporterà la realizzazione di un villaggio temporaneo ecosostenibile, con cinque laboratori curati da una cinquantina di artisti provenienti da tutta Europa.
"Nel 2020 abbiamo riprogrammato il cinquantennale del Festival senza la certezza di riuscire a farlo davvero - ha commentato la sindaca clementina Alice Parma - dopo il lockdown che ha bloccato le relazioni con le compagnie, specialmente quelle internazionali. La pandemia ha costretto tutti a un ripensamento del proprio ruolo: il Festival ci invita a recuperare quello che abbiamo perso a causa dell’emergenza sanitaria, a stare insieme negli spazi delle nostre città, a coltivare la relazione come presidio della comunità. Quest’anno celebriamo i 50 anni del Festival con un secondo atto molto ricco – il che non era affatto scontato – con un’ampia presenza di artisti italiani e stranieri. Nel programma troviamo un’attenzione importante alla comunità, una richiesta di partecipazione attiva e di mescolanza creativa all’interno del percorso performativo, oltre alla consueta reinvenzione degli spazi.Ancora una volta, quindi, il Festival ci offre una dimensione collettiva in cui poterci ritrovare, oltre a rappresentare un presidio per i lavoratori dello spettacolo, come lo è stato durante la pandemia. Ringrazio gli sponsor che da tanti anni lavorano insieme a noi e le istituzioni che sostengono il Festival, una rete che parte da Santarcangelo per raggiungere Rimini, Poggio Torriana, Longiano, San Mauro Pascoli e la Regione, in una progettualità importante che ogni anno si rinnova. Proprio questo reinventarsi in assenza di certezze è l’essenza del Festival, la sua forza, dimostrata anche nel frangente drammatico della pandemia in cui lo abbiamo visto rinascere attraverso un grande lavoro d’insieme".