Quella del 25 novembre è stata una piazza straordinaria, che ha acceso una scintilla che ora sta a tutte e tutti noi trasformare in luce. L’edizione di quest’anno di “è per te”, la camminata che ha portato più di 5 mila persone a camminare per le vie e le piazze del nostro centro storico, ha rappresentato una svolta rispetto al passato. La forte partecipazione popolare, la presenza di tanti uomini, lo scambio intergenerazionale con tante e tanti giovani presenti, gli interventi forti e commossi da parte delle giovani studentesse, il ricordo di tutte le vittime e quello ancora grondante per Giulia, hanno colpito direttamente al cuore ed hanno provocato una scossa, sollecitando un’onda emotiva corale culminata in una comune voglia di urlare, combattere, cambiare. Questa onda ora va sostenuta e fatta crescere attraverso una azione concreta, quotidiana e corale contro la violenza sulle donne e per lo sviluppo di una società più giusta ed equa. Anche perché prima, durante e dopo sono stati tanti i segnali che mi sono arrivati.
Dal 25 ad oggi, ad esempio, sono aumentati i contatti informativi, telefonici e di persona, con la casa delle donne. Non abbiamo la formalizzazione di dati statistici, ma diciamo che quelli che erano i contatti che abitualmente si stabilivano in un mese, ora vengono almeno doppiati. Un aumento inedito, qualcosa di diverso dall’ordinaria amministrazione, fatta di prenotazione dei servizi di consulenza, o di informazione per i corsi di formazione o gli eventi. Parlo di persone, non solo donne, che chiedono, si informano per approfondire, danno la propria disponibilità per dare una mano.
La sorpresa più bella è stata quella di tanti uomini che mi hanno avvicinato durante la camminata, ma anche prima e dopo, non tanto per dare la propria solidarietà ma per capire come, da uomini, possono mettersi a disposizione della comunità contro la violenza sulle donne. Può essere questa la scintilla che mancava per il salto di qualità, perché se è vero che quella contro la violenza di genere è una battaglia che viene da lontano, sudata giorno per giorno da chi ci ha precedute,lo è altrettanto che perlopiù è rimasta storicamente una battaglia delle donne.
La grande camminata del 25 ci dice invece che può diventare un impegno comune di donne e uomini, di giovani e anziani, di madri e figlie, di padri e figli. E può cambiare tutta la società, perché vincere la paura dei maschi nei confronti della libertà femminile significa rendere la vita più giusta ed umana per ognuna e ognuno di noi. La strada principale rimane quella di affiancare al potenziamento dei servizi di ascolto e supporto – a Rimini facciamo già tanto, ma possiamo ancora crescere e stiamo lavorando per farlo insieme alla rete di associazioni – percorsi di educazione alle relazioni, per costruire una nuova grammatica dei sentimenti, a cominciare dalla scuola. Una strada da fare insieme, ascoltando quella piazza con l’impegno di custodire quella scintilla che, una volta scattata, sta a tutte e tutti noi trasformare in luce.