La Fondazione Carisp Forlì ha ceduto a Intesa Sanpaolo le ultime quote di Cariromagna, la “vecchia Carisp Forlì”, mentre Carisp Cesena e Carisp Rimini sono state acquistate dal Crédit Agricole per il tramite del Fondo Interbancario. “Sono vicende diverse – dice in una nota Filippo Pieri (nella foto), segretario generale Cisl Romagna – a Forlì furono assunte decisioni impopolari in tempi in cui l’economia era ancora florida e oggi se ne raccolgono i frutti. A Cesena e a Rimini, invece, la scelta ad oltranza del localismo ha determinato esiti diversi. Come sindacato abbiamo seguito e seguiremo queste vicende avendo due priorità: da una parte le ricadute sui dipendenti di banca e sui clienti, dall’altra chiedendo la disponibilità a finanziare imprese e famiglie perché questo significa creazione di lavoro e opportunità di miglioramento per la vita delle persone.”
Nel sistema bancario c’è fermento anche nel settore delle “banche di credito cooperativo”, le vecchie Casse Rurali, a seguito della riforma legislativa. “Legittimamente – prosegue il segretario cislino – le sette BCC con sede in Romagna hanno fatto scelte diverse: alcune hanno aderito ad Iccrea di Roma, altre a Cassa Centrale Banca di Trento. Purtroppo rileviamo come ancora una volta non si sia colta l’opportunità di fare sistema nella nostra terra anche per dare una soluzione ai lavoratori e ai clienti dell’ex Banca Romagna Cooperativa, su cui stiamo sollecitando una soluzione. Lancio due appelli alle istituzioni e alla politica – conclude Pieri – affinché siano attente alla nuova geografia bancaria. Anzitutto vigilare per evitare che i nostri territori siano usati solo per fare raccolta di denaro. E poi perché utilizzino questa grande opportunità chiedendo al sistema bancario di condividere e investire in un progetto che potremmo chiamare “Sistema Romagna”.