Un milione di lavoratori edili da più di un anno e mezzo attende il rinnovo del Contratto nazionale di settore, ma le posizioni tra Sindacati FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil e controparti datoriali (al tavolo però siedono solo ANCE e COOP) restano molto distanti, tanto che è già in programma uno sciopero nazionale per il 18 dicembre. Sei le città dove si terranno le manifestazioni interregionali: Torino, Padova, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari. I lavoratori di Rimini manifesteranno a Torino. Questa mattina la categoria ha messo in campo una iniziativa straordinaria di informazione, con volantinaggi e presidi. A Rimini il presidio si è svolto davanti alla sede dell’ANCE in piazza Cavour. A seguire, i Segretari: Massimo Bellini (Fillea Cgil Rimini), Roberto Casanova (Filca Cisl Romagna), Francesco Lo Russo (Feneal Uil Rimini) hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare i contenuti della piattaforma sindacale per il rinnovo contrattuale. “Nella provincia di Rimini – ha esordito Massimo Bellini - la crisi ha falcidiato il 50% delle imprese riducendo il numero degli addetti iscritti alla cassa edile da 7.000 (anno 2008) agli attuali 3.200. Resta imprecisato, ora, come prima della crisi, il numero dei lavoratori costretti ad aprire una partita iva per poter lavorare pur essendo dipendenti a tutti gli effetti”.
I punti qualificanti della piattaforma sono stati evidenziati da Roberto Casanova:
- aumenti salariali in grado di riattivare i consumi (richiesto un aumento di 106 euro);
- riforma delle casse edili a tutela dei lavoratori e contro il lavoro nero e l'evasione;
- maggiore sicurezza sui posti di lavoro;
- creazione di un fondo sanitario integrativo nazionale;
- potenziamento del fondo integrativo per il pensionamento anticipato. ù
Contro le finte Partite Iva, la presenza di altre figure spurie nei cantieri e le irregolarità nelle assunzioni rese possibili da appalti spregiudicati, la piattaforma introduce la richiesta del contratto unico di cantiere. Ciò anche nell'ottica del cambiamento che è intervenuto nel ciclo delle costruzioni, che per procedere verso l'innovazione e la riconversione necessita di una visione unica di sistema. Alla base delle singole rivendicazioni c'è dunque la necessaria riqualificazione del settore sia per quanto riguarda le imprese che sul piano della formazione dei lavoratori. “Purtroppo – ha aggiunto Massimo Bellini - mentre l'economia sta lentamente tentando una risalita e si potrebbe intervenire per un cambiamento, mancano la volontà politica e contrattuale per fare questo”.
Intanto, il contratto resta largamente inapplicato e il ricambio dei lavoratori è impossibile a causa dell'attuale ordinamento pensionistico. Il settore edilizio – sostiene il Sindacato - ha bisogno di una competizione alta dove la ripresa occupazionale sia intesa anche come avvicendamento generazionale favorendo interventi che determinino il giusto e meritato riposo di operai più anziani, puntando all’ingresso di giovani tecnici e operai specializzati. A livello locale nel 2013 venne firmato un Protocollo sugli appalti pubblici tra tutti i soggetti affinché, nel determinare l'assegnazione dei lavori, venisse considerata l'offerta economicamente più vantaggiosa piuttosto che il massimo ribasso. La Prefettura avrebbe dovuto convocare un tavolo ad hoc ma fino ad oggi non è successo nulla.
“Nel tempo, proprio negli appalti pubblici, da cui ci si attenderebbe il rispetto delle regole - ha detto Francesco Lo Russo - abbiamo riscontrato diverse anomalie. Per esempio l'incongruenza rilevata tra la mole del lavoro e il numero degli addetti nel corso di diverse ispezioni ai cantieri del Palacongressi e della Fiera; il caso dei lavoratori non retribuiti del Valgimigli per i quali l'applicazione della responsabilità solidale, per fortuna, ha fatto sì che gli stipendi fossero recuperati; Anthea, che non applica il contratto dell'edilizia quando concorre a gare per l'asfalto delle strade e simili”.
Con lo sciopero del 18 dicembre le Organizzazioni Sindacali chiedono alle controparti di smetterla con i tatticismi e di accettare fino in fondo la sfida della qualità, della valorizzazione dell'occupazione stabile, del riconoscimento delle professionalità.