Circa cento riminesi hanno accolto l’invito di ASI a conoscere la proposta del progetto Rimini Life, illustrata nel corso dell’assemblea pubblica venerdì sera al Centro Congressi SGR. Fra i presenti anche ex amministratori e attuali consiglieri comunali, a prendere nota dei contorni di una proposta che intende riqualificare un’area in fase di ulteriore degrado, calamita di insicurezza eppure in una zona preziosa ai limiti del centro di Rimini.
Sono intervenuti Piero Aicardi Amministratore Unico di Ariminum Sviluppo Immobiliare, Marco Da Dalto coordinatore del progetto Rimini Life e Leonardo Cavalli progettista dello Studio OneWorks.
“Abbiamo ottemperato tempestivamente a tutti gli obblighi verso l’Amministrazione – ha detto Aicardi ai cittadini – dopo esserci aggiudicati il compendio ad un prezzo congruo che fra l’altro ha consentito la soddisfazione dei creditori del fallimento, in primis del Comune. L’accoglienza dell’Amministrazione ci ha un po’ scossi, non immaginavamo una chiusura del genere, ma credo ci sia ancora spazio per trovare un dialogo proficuo nell’interesse generale. Poi ci siamo affidati a professionisti di alto livello per mettere a punto un progetto che migliorerà ulteriormente Rimini. Rappresento imprenditori emiliano romagnoli con le spalle forti, perfettamente in grado di onorare l’impegno. Ora siamo concentrati su Rimini Life, ma la città avrebbe altri luoghi su cui intervenire, penso alle colonie e noi potremmo esservi interessati dopo aver avviato questo progetto, a cui ovviamente teniamo tanto”.
“Impugneremo la delibera di Giunta che vuol sbarrare la strada a Rimini Life – ha detto Da Dalto – perché convinti che i presupposti siano sbagliati. Abbiamo prodotto un fascicolo di 120 pagine per presentare Rimini Life e i benefici anche pubblici delle scelte proposte. Ci è stato risposto con quattro parole: non c’è interesse pubblico. Non capiamo come sia possibile costruire ERP e PIERS davanti ad un transatlantico abbandonato, venendo meno ad un impegno preciso preso con la Regione per ottenere 5,5 milioni di finanziamento. Fra l’altro, ci sarà da spiegarlo a quei comuni che i soldi non li hanno ricevuti, a favore di un progetto che viene realizzato a Rimini in maniera differente da quanto ha garantito il punteggio. Non capiamo se questo esproprio del Comune di aree di nostra proprietà, a fronte del fatto che siamo disponibili a cederle gratuitamente, sia per esempio una risposta nell’interesse pubblico.
Non possiamo credere che un supermercato di 1500 metri quadri, in una città che quanto a superfici del genere è sottodimensionata e che per la scarsa concorrenza fra insegne ha uno scontrino della spesa fra i più alti d’Italia, sia il motivo dell’ostracismo. Il nome della catena interessata non vogliamo farlo ora, speriamo di poterlo rendere pubblico a breve. Chi ha dimestichezza con gli strumenti urbanistici e i tempi di attuazione, sa che per far partire un PUG possono passare anche 7-8 anni, se non di più. Rimini, i cittadini del quartiere, possono aspettare ancora dopo 20 anni di degrado?”
L’Architetto Leonardo Cavalli ha descritto l’intervento, sottolineando l’equilibrio fra funzioni pubbliche e private. “E’ un progetto dall’impronta ambientale qualificante, studiato nei dettagli e anche monitorando i flussi di traffico.
A fronte di 12.900 mq di intervento privato, ci sono 13.970 mq destinati a funzioni pubbliche. Rispetto alla manifestazione di interesse al PIERS del Comune abbiamo ridotto tutti gli indici e aggiunto il 16% di suolo rinaturalizzato. Il masterplan di Rimini Life nasce da una visione urbana del verde, lo spazio urbano è a misura di pedone, non ci sono nuove strade e gli spazi aperti pubblici generano il dialogo fra le funzioni. Sono comunque previsti anche 340 parcheggi”.
Sono seguiti interventi dal pubblico, dai quali in prevalenza è emersa la necessità di superare in fretta una situazione di degrado ormai insopportabile, penalizzante per i cittadini e per il valore degli immobili circostanti.