Nel disegno di legge per la concorrenza approvato dal Parlamento prevede, tra le diverse misure, l’innalzamento dei limiti elettromagnetici (da 6 volt al metro a 15 volt al metro) per gli impianti di telefonia mobile, mantenendo immutato, tuttavia, il metodo di misurazione, basato su una media di 24 ore a differenza dei 6 minuti adottati come tecnica nei principali Paesi europei.
Partendo dal presupposto che sia doveroso, e, anzi, imperativo, adeguarsi alle evoluzioni tecnologiche, rimango fortemente perplessa intorno a questo netto rialzo dell’intensità a cui tutti i cittadini possono essere esposti. Mi riferisco, in particolare, al protocollo di misurazione, ancora ancorato a una media giornaliera che, soprattutto all’interno di un contesto urbano come quello riminese, dove è presente una rilevante dotazione di antenne (anche in ragione dei limiti più bassi preesistenti), rischia di esporre la cittadinanza in modo marcatamente diverso alla propagazione di queste onde. Come amministrazione comunale è da tempo che abbiamo assunto un impegno intorno al grande tema della gestione dell'esposizione ai campi elettromagnetici, attraverso anche a un nuovo strumento normativo adottato nel dicembre scorso volto ad aggiornare la disciplina esistente rispetto alle più recenti legislazioni e innovazioni in materia. Un regolamento concepito come un valido supporto all’attività amministrativa, considerando la complessità normativa a livello nazionale ed europeo dentro il quale gli enti locali devono operare. Il piano, tra le altre disposizioni, richiede che entro il 30 settembre di ogni anno i gestori delle compagnie telefoniche e le tower company presentino agli uffici del Comune il proprio piano di sviluppo della rete, con proposte dettagliate circa la localizzazione degli impianti, le aree di ricerca per i nuovi insediamenti, le idee di co-siting o eventuali modifiche sugli impianti già esistenti. In questo modo, miriamo a monitorare attivamente e in maniera sistematica l’installazione degli impianti per la telefonia mobili garantendo un’attenzione costante, confermata anche con l’approvazione nei giorni scorsi del piano annuale riferito al 2024.
Tutto questo, però, pretende uno sforzo concertato non solo da parte degli enti locali ma anche dal Governo nazionale, per far sì che gli sviluppi in corso siano guidati da una regolamentazione meticolosa e precauzionale, che ponga la protezione della salute al centro di ogni decisione.