Incontro fra l'Istituto agrario Cecchi di Pesaro e il Green Festival per ricercare una chiave di collaborazione che ha come tema il verde, la memoria e la pace. “L’incontro fra un green festival e un istituto agrario non può che produrre buoni frutti”. Potrebbe essere incipit e sintesi di una notizia di cronaca in cui, venerdì scorso, il dirigente scolastico Riccardo Rossini, preside dell'Istituto agrario Cecchi di Pesaro ha incontrato Gabriele Geminiani, patron del Green Festival Montefeltro e San Marino. Sul tavolo una possibile partnership tra l'Istituto agrario e il progetto ORTIPERLAPACE, progetto che ha preso forma durante l’esperienza organizzativa dei green festival, appuntamenti annuali che affrontano i temi dell’ambiente e del rapporto di armonia fra l’uomo e la natura. Sede dell’incontro, Villa Caprile, già residenza dei conti Mosca e da tempo sede dell'Istituto agrario Cecchi, che con i suoi giardini e i giochi d’acqua è un vero gioiello architettonico e di giardino all’italiana. «Gli ORTIPERLAPACE sono un luogo, un piccolo parco, in cui le vittime delle più assurde atrocità, perpetrate per mano dell’uomo, sopravvivono e ci parlano attraverso gli alberi. Infatti ci saranno delle piantine figlie dirette di alberi che sono stati testimoni silenziosi dei fatti. Il parco sarà uno spazio destinato al raccoglimento e alla riflessione, affinché non si dimentichi ciò che immancabilmente nasce dai semi dell’odio», ha illustrato Gabriele Geminiani rivolgendosi al preside e alla sua vice, Chiara Fiorucci. «Gli ORTIPERLAPACE – ha continuato Geminiani – nascono con lo scopo di promuovere la cultura della pace e della sostenibilità, all’insegna della biodiversità, della tolleranza e dell’inclusione sociale. Sono previsti corsi, conferenze, workshop, mostre e pubblicazioni editoriali». Al momento sono già stati acquisiti diversi semi e piante fra cui il cachi di Nagasaki, il pino tibetano di Beslan, il cipresso di San Francesco a cui si uniranno presto un albero proveniente dal cimitero di Montesole, teatro della strage di Marzabotto, e un albero proveniente da Sant'Anna di Stazzema, altro teatro delle stragi naziste. Inoltre si sta lavorando tenacemente per portare anche un piccolo ulivo proveniente dalla Collina degli ulivi di Gerualemme, nonché un arbusto del campo di prigionia di Auschwitz, in Polonia. Una nota importante è che spesso, come nel caso del cachi di Nagasaki, il progetto viene portato nelle scuole, perlopiù elementari e medie, implicando così il coinvolgimento delle famiglie e dell'intera comunità. Alla fine dell’incontro il preside si è detto disponibile a valutare eventuali sinergie e collaborazioni con una iniziativa, quella degli ORTIPERLAPACE, dai contenuti così attuali e pertinenti con la natura dell’istituto.
Green
18:18 | 05/11/2024 - Rimini