Il Presepe Galleggiante di Cesenatico narra l’origine di una visione onirica della vicenda evangelica di cui Pontormo ne ha narrato la fine. L’idea di rappresentare figure sacre non statiche, ma che galleggiano fluttuando, è un’invenzione del pittore manierista fiorentino. Nella sua “Deposizione del Cristo” (conservata nella Cappella Capponi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze) ci mostra un Gesù morto, ma inebriato da un tal sogno leggero che non sembra morto. E in Romagna, in questa ambientazione evangelica marina, il Cristo sembra nato, spingendosi anche oltre la sua natività. La natività di Cesenatico è un sogno. E ci mostra che Gesù, che è Dio, esiste e rinasce in tutti i mondi, reali e non, anche fra il tintinnio delle onde. Come una divinità delle acque si rende visibile a partire dalla prima domenica del mese di dicembre nella Sezione Galleggiante del Museo della Marineria. Il Presepe di Cesenatico, allestito su prototipi di imbarcazioni che fin dal Medioevo sono adoperate nell’Alto e nel Medio Adriatico, risulta così una composizione di statue lignee a grandezza naturale adagiate sul mare, avvolte da abiti drappeggianti in tela e fissati dalla cera. Figure instabili, proiettate già nell’aldilà. In una Natività che sembra precedere già l’Ascensione. Come nello spirito innovatore del pittore fiorentino che con la sua Deposizione, priva di spinta gravitazionale, presagiva già l’ascesa dello spirito tra le nubi. Nel porto romagnolo avvertiamo già il destino del figlio di Dio. Dal mare al cielo. Da Cesenatico a Pontormo.
Stefania Bozzo