Il welfare locale non è fatto solo da politiche e servizi istituzionali ma, soprattutto, dalle tante piccole storie di generosità che ogni giorno contribuiscono a creare un tessuto di solidarietà e cura diffusa. Tra queste mi piace ricordare quella della signora Rita Marchi. Oggi la scuola di italiano per extracomunitari è una realtà consolidata che trova spazio nei nuovi spazi pubblici di via Toni, dove ogni anno sono circa ottocento i ragazzi e gli adulti che possono ricevere lezioni di italiano e ripasso per i compiti pomeridiani. Attività strutturate e consolidate che vedono tra i pionieri proprio la signora Rita, un eroe del quotidiano. Fu lei, nel 1992, a lanciare l’idea e a mettere in pratica la prima scuola di italiano per extracomunitari che, allora, erano principalmente ragazzi provenienti dal Senegal. A questi si aggiungessero progressivamente altre nazionalità, in particolare i cinesi. Proprio con alcuni di loro la Signora Marchi entrò in grande confidenza, diventando addirittura testimone alle loro nozze. Quando il loro padre, che non parlava la nostra lingua, fu ricoverato d’urgenza in ospedale, fu lei a fare da interprete volontaria con i medici alle prese con una difficile operazione chirurgica. Una sensibilità, la sua, che ha abbracciato anche i profughi del conflitto jugoslavo, molti venivano a studiare italiano dalla Marchi. Con uno di questi, ricorda suo marito, si spiegavano addirittura in greco antico. Sono piccole storie di grandi eroi del quotidiano, come Rita Marchi, che danno il senso più profondo di una comunità. A lei, pioniera del welfare locale e dell’accoglienza più profonda e pura, non posso che rivolgere un grazie di cuore e, insieme ad un abbraccio, i migliori auguri per la salute.
Gloria Lisi vicesindaco di Rimini