"La risposta di Ariminum Sviluppo Immobiliare alle nostre osservazioni sul futuro dell'area Da.Ma-ex nuova questura ci sembra decisamente fuori luogo. A partire dal loro appellarsi alla legge sulla liberalizzazione del commercio: ricordiamo infatti ad Asi che tale norma si applica alle aree già edificate e non riguarda le medie e grandi strutture di vendita, bensì superfici commerciali fino a 250 mq. Le superfici medie e grandi devono essere invece autorizzate con apposito nulla osta.
Nel caso dell'area ex Da.Ma stiamo invece parlando di programmazione urbanistica e di terreni che attualmente non hanno destinazione, visto che il piano integrato della ex nuova questura del '99 citato da Asi è stato revocato in conseguenza del mancato affitto dell'immobile al ministero dell'Interno.
Ricordiamo poi ad Asi che il vigente Piano strutturale comunale non prevede superfici di vendita medie o grandi in quell'area, e che il Masterplan è un elaborato senza alcun valore vincolante.
Ci sono perciò solo due strade per la programmazione urbanistica dell'area: o il Piano urbanistico generale, con i suoi tempi di redazione e approvazione, o l'accordo di programma, in cui deve essere evidente e forte l'interesse pubblico. Nel secondo caso, stando a quanto finora illustrato da Asi, riteniamo che sia largamente insufficiente la parte di interesse pubblico.
Ci sono anche altri aspetti da chiarire, dal nostro punto di vista, come la “food court” di 6-7mila metri quadrati: è una superficie enorme e ci piacerebbe sapere che cosa si intende nello specifico.
Asi è naturalmente legittimata a portare avanti la propria attività imprenditoriale, ci mancherebbe. Ma per l'area ex Da.Ma è necessario passare per la programmazione urbanistica ordinaria, con i suoi tempi e senza scorciatoie. Sarà compito dell'amministrazione comunale mettere in fila tutto nell'interesse dei cittadini.
Noi ribadiamo ciò che abbiamo affermato: realtà commerciali di dimensioni medie e grandi in quell'area non ci possono stare. La riqualificazione di quell'area è necessaria, ma non a questo prezzo".
Mirco Pari direttore Confesercenti provinciale Rimini