Ancora continuiamo a leggere comunicati ed articoli sul reparto di Chirurgia Senologica di Santarcangelo (certificato Eusoma) in continua espansione (1500 interventi nel 2018) nel quale si vuole, a tutti i costi, impiantare un reparto di medicina del territorio (OS.CO) tagliando alle donne con neoplasia mammaria 300mq di spazi. Si vogliono mettere insieme due reparti che non possono convivere con una operazione di chiaro depotenziamento e promiscuità. Di questo si tratta.
Vorremmo ricordare che, al tempo della prima petizione de il Punto Rosa, sia la Chirurgia Senologica di Forlì che quella di Santarcangelo erano senza primario, gestite da due facenti funzione. L’Azienda Sanitaria, nel suo Direttore, preferì̀ dare il Primariato a Forlì̀, nonostante che tutti i parametri di qualità e la presenza della radioterapia intraoperatoria fossero in favore della Chirurgia Senologica di Santarcangelo. Fu una scelta politica che non teneva conto della realtà, ma di altre logiche che finiscono per penalizzare la qualità e il merito. Furono 45mila le firme raccolte dal Punto Rosa per tentare, inutilmente, di convincere L’Azienda a riconoscere l’autonomia Distrettuale del Franchini anziché trasformarlo in una unità semplice sotto il controllo diretto di Forlì. Da allora la Chirurgia Senologica di Santarcangelo è stata privata formalmente della propria guida, demansionando il suo Direttore che, solo grazie alla altissima professionalità̀ e assieme alla sua Equipe, che ha sempre riconosciuto in Lui il Leader carismatico, il reparto è riuscito a mantenere gli standard di efficienza e di produttività̀ (brutta parola da usare quando si parla di cancro). Dopo due anni l’Ausl ha dovuto riconoscere che era un errore trasformare il primariato di Santarcangelo in una struttura semplice e, oggi, si sta indirizzando verso una unità semplice Interdipartimentale come si chiedeva allora. Quanti errori e quanto tempo perso.
Oggi ci siamo di nuovo. Il nostro rifiuto all’OS.CO in Chirurgia Senologia non è in discussione e comunque se siamo già al terzo progetto dall’AUSL significa che il ridimensionamento del reparto viene giustificato dal fatto che ci sarebbero delle stanze inutilizzate. Invitiamo chiunque a visitare gli spazi inutilizzati dell’Ospedale Franchini e soprattutto del padiglione “Lazzarini” dove sorgeva la vecchia chirurgia donne. Quella sede (ma non è l’unica) potrebbe benissimo essere utilizzata per creare l’Ospedale di Comunità̀ in un’ottica di risparmio e ottimizzazione degli spazi. L’associazione Il Punto Rosa ribadisce, anche dopo l’incontro con i Tecnici Ausl e il Presidente della Commissione Sanità della Regione Emilia-Romagna, che è contraria alla creazione dell’ OS.CO. dentro la Chirurgia Senologica per i motivi di promiscuità̀ e riduzioni di spazi con ripercussioni psicologiche sulle pazienti ricoverate in un momento così difficile della loro vita e che, pertanto, continuerà̀ la raccolta delle firme.
Infine, vorremmo raccontare a tutti una storia: quando fu il tempo della “creazione” dell’Area Vasta Romagnola, l’attuale Direttore Generale decantava le indubbie potenzialità̀ della grande Ausl perché avrebbe permesso a tutti di accedere a reparti di eccellenza ovunque si trovassero e alle tecnologie innovative presenti nelle varie realtà̀. Nel Reparto di Chirurgia Senologica di Santarcangelo, forse non tutti lo sanno, è presente la IORT, uno strumento altamente innovativo, che permette, ad una certa tipologia di donne con neoplasia, di essere trattate con una unica esposizione alla radioterapia durante l’intervento; infatti è comunemente chiamata radioterapia intraoperatoria. In Romagna potrebbero essere circa 150 l’anno le donne con il requisito e il diritto di accedere a questa Terapia se solo venissero informate dai chirurghi di riferimento, che potrebbero spostarsi ed operare le loro pazienti a Santarcangelo evitando così il “calvario” delle 25/30 irradiazioni di Radioterapia postoperatoria con tutte le controindicazioni della cura e i disagi per le famiglie. Privare le donne di questa opportunità è anch’essa una forma di violenza da combattere. Pertanto, come Associazione in difesa della migliore cura per le donne, noi auspichiamo che le stanze inutilizzate del reparto siano, da ora in poi, occupate dalle donne, sopra citate, con neoplasia mammaria operate a Santarcangelo dai Chirurghi delle altre senologie della Romagna!
Nel frattempo, continuiamo la nostra vibrante protesta contro una Direzione Sanitaria che, abbandonando i buoni principi “della creazione “, sta optando per una ristrutturazione che depotenzia la Chirurgia Senologica di Santarcangelo contraddicendo proprio i principi che hanno proclamato nel 2016: l’accesso alla miglior cura a tutti i pazienti romagnoli.
Associazione ILPUNTO ROSA Onlus