“Esprimo il mio più totale sostegno all’azione dell’aeroporto di Rimini verso quello di Ancona e la regione Marche. Si tratta, infatti, di un’azione non a sostegno di un’attività promozionale o di marketing turistico per l’aeroporto e per il territorio, ma tesa a permettere ad Aerdorica S.p.A di risolvere problemi di gestione e di bilancio. Siamo fuori da ogni logica imprenditoriale e di correttezza sul mercato. Tutto questo mentre in questi anni le vicende giudiziarie riminesi hanno indubbiamente pesato sulla vita dell’aeroporto, sulla possibilità stessa di tenerlo in vita e, in qualche misura, anche sulle sue prospettive.
Com’è stato giustamente detto, questa è concorrenza sleale: non si può competere non avendo gli stessi mezzi e le stesse opportunità.
Rimini è discriminata due volte: primo perché a differenza di Ancona e di altri aeroporti non gode di aiuti pubblici e in secondo luogo perché a Rimini l’attività di co-marketing per promuovere il binomio aeroporto – territorio è limitata. Anche in virtù dei dubbi e delle perplessità collegate alle note vicende.
Però non è possibile che altri aeroporti ricevano contributi pubblici e risorse per il co-marketing e RIMINI NO.
Tra l’altro, come ha dichiarato il Ministro Del Rio, gli incentivi ai voli e gli accordi di co-marketing non solo sono consentiti in Italia, ma permessi e praticati in tutta Europa. Lo stesso Ministro ha poi fatto l’elenco degli scali italiani che erogano contributi di co-marketing: Torino, Verona, Venezia, Treviso, Napoli, Catania, Palermo, Alghero, Cagliari, Lamezia Terme e anche le Regioni Puglia e Abruzzo.
Ho sottomano i dati: marzo 2017, 12 milioni di Euro di contributi pubblici italiani per gli scali calabresi, febbraio 2017, 12,5 milioni di euro dalla regione Abruzzo, aprile 2017, 7,5 milioni di euro dalla Regione Puglia…oltre ai 21 milioni di euro della Regione Marche per Ancona ed ecco fatto il jackpot.
Tutto lecito e permesso, in Italia e in Europa.
E’ necessario, pertanto, da una parte contrastare gli aiuti impropri e dall’altra mettere tutti gli aeroporti (compreso quello di Rimini quindi) nelle condizioni di poter utilizzare risorse pubbliche per l’attività di marketing e di promozione e commercializzazione del territorio.
Sergio Pizzolante