“Dall’Adriatico”, spiega Vallì Cipriani, Candidata alle Elezioni Europee del 26 maggio, nella Circoscrizione Nord Est (Emilia Romagna e Triveneto), nella Lista Lega – Salvini Premier, “viene il 50% dei prodotti ittici che mangiamo. Bisogna che la nuova Europa si impegni sia a garantire che la pesca e l'acquacoltura che si svolgono lungo le coste della Romagna siano sostenibili dal punto di vista ecologico, economico e sociale sia a promuovere, sostenendola, un’industria ittica dinamica capace di garantire alle nostre comunità di pescatori un tenore di vita adeguato”. “Per questo occorre che attraverso il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, si sostengano progetti finalizzati ad introdurre tecniche di pesca innovative, a creare nuovi sbocchi per i prodotti del nostro mare e a migliorare la qualità della vita nelle zone costiere” ribadisce Vallì Cipriani. “Non è possibile che una legislazione europea studiata su misura per le grandi imbarcazioni del Nord Europa non consideri per nulla le specificità del Mare Adriatico. La politica del fermo biologico ha fallito i suoi obiettivi, in 35 anni non c’è stato alcun miglioramento delle risorse marine - fa notare Valli’ Cipriani - perché mentre i pescherecci della costa romagnola sono fermi, in Croazia si continua a pescare. Cosi come non possiamo più accettare che in Emilia-Romagna, regione con il più importante distretto europeo delle vongole (solo a Goro, 1.600 addetti), con 1.362 imprese nell’acquacoltura, 190 battelli per la pesca a strascico e 220 piccoli pescatori, il grosso del pesce sia tutto di importazione: per quasi 600 milioni di euro”.