“Cogliamo la sollecitazione fatta da CGIL, CISL e UIL per parlare di sanità. Il tema da cui Azione è partita quando si è costituita e insieme ad Italia Viva i soli a chiedere il MES sanitario. I 37 miliardi che sono stati più volte richiamati da Matteo Renzi nei suoi interventi. La pandemia Covid-19 – sottolineano Alberto Ravaioli già primario, sindaco e iscritto ad Italia Viva insieme a Giorgia Bellucci coordinatrice del partito – ha messo a nudo i problemi legati alla sanità soprattutto quella territoriale, all’integrazione con l’assistenza sociale e la carenza di personale. Ogni regione e ogni distretto hanno reagito con gli anticorpi a disposizione, alcuni più forti altri meno molto meno. Bisogna affrontare con serietà e competenza la tematica. Ecco perché, come Terzo Polo, crediamo che bisogna partire dal riformare il rapporto Stato-Regioni”.
“Vogliamo – continuano Ravaioli e Bellucci – una riorganizzazione dell’assistenza territoriale in ottica di prevenzione e promozione della salute e di garanzia della continuità delle cure. Investendo sull’assistenza residenziale e domiciliare per la popolazione fragile. È necessario incrementare gli investimenti per garantire che l’obiettivo primario del nostro SSN sia la tutela della salute della popolazione e non la cura della malattia. È necessario istituire modalità più trasparenti nel differenziare servizi pubblici e privati in modo che questi possano collaborare in sinergia e integrarsi tra loro, con l’obiettivo primario di mettere al centro i bisogni del paziente”.
“Ci siamo resi conto negli ultimi due anni – dicono i due esponenti – della mancanza di personale sanitario e la proposta di togliere il numero chiuso a medicina rischia di perdere in qualità. Proponiamo, quindi, di valutare una più rapida ascesa di carriera in campo sanitario e una remunerazione adeguata al carico di lavoro e di responsabilità, così da limitare contestualmente il fenomeno dell’emigrazione di professionisti sanitari verso l’estero. Inoltre, per attrarre personale straniero è necessaria una semplificazione delle procedure per il riconoscimento dei titoli di studio esteri per tutte le professioni sanitarie. Il Covid-19 ha mandato in tilt tutte le prestazioni e gli esami di laboratorio, in questi due anni il resto delle malattie non si è fermato. “Dobbiamo recuperare il “deficit di cure” – concludono – varando un piano straordinario per aumentare la capacità produttiva di prestazioni di specialistica ambulatoriale, visite di controllo e interventi. A tal fine, per un anno, chiediamo di estendere la regola del Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2019-2021 in base al quale il paziente può recarsi in una struttura privata convenzionata senza costi aggiuntivi se le prestazioni non vengono garantite nei tempi. Il SSN deve essere adeguatamente finanziato, in misura non inferiore alla media del finanziamento dei Sistemi Sanitari dell’Unione Europea. E destinare almeno il 3% del Fondo Sanitario Nazionale alla Ricerca. C’è tanto lavoro da fare e solo Azione-Italia Viva-Calenda, un partito serio, può arrivare al traguardo”.